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Anche la carne vale oro, il pollo costa il doppio: «Ed è soltanto l’inizio»

carne macelleria gn

Mangiare un petto o una coscia di pollo non è più per tutti. I prezzi dei pennuti d’allevamento infatti stanno letteralmente schizzando alle stelle e hanno già raddoppiato il loro valore in appena pochi mesi. Una tendenza che interessa anche la carne di bovino, il coniglio e il maiale. Basta farsi un giro dai macellai per accorgersi dei prezzi folli che compaiono sui cartellini del banco frigo. Per comprare un petto di pollo in una macelleria del centro si spendono 16 euro al chilo, per la fesa di tacchino si arriva a 18 euro, per il coniglio ce ne vogliono 15. I rincari non risparmiano neppure la carne rossa. L’arrosto di coscia e il fiocco vengono venduti a 27,50 al chilo, l’arrosto della vena a 24,50, il tenerone a 22,60, mentre per un chilo di salamella di suino ci vogliono quasi 15 euro. «I prezzi sono aumentati a causa del caro mangimi e gasolio - ammette Rossana Pozzi, titolare della macelleria Ideal in via Garibaldi -, le carni bianche hanno subito un picco micidiale ma a breve ci aspettiamo anche un rialzo della carne rossa. Ovviamente pagando la carne più cara anche noi dobbiamo aumentare i prezzi». Leonardo Melchiorre, macellaio di via Cernaia, spiega che: «Adesso siamo arrivati a pagare il petto di pollo 11 euro al chilo, quando a Natale costava 5 euro, la coscia da 2 a 4 euro. I polli ora ci costano il doppio ma noi non possiamo venderli al doppio altrimenti la gente non li compra più». Al mercato della carne di Porta Palazzo e in alcuni mercati rionali i prezzi sono più bassi, ma neppure di tanto. «Gli aumenti in media si aggirano sul +15%, ma il pollo è raddoppiato così come il tacchino perché con l’aviaria molti capi non sono stati messi in allevamento» spiega Stefano Biolatto, dal suo banco sotto la Tettoia dell’Orologio, mentre serve carne di cavallo ai clienti -, Ora ci chiedono meno quantità e più qualità». Gli aumenti però non sembrano proprio volersi fermare. «Ogni settimana il prezzo del pollo cresce dai 30 ai 50 centesimi e di conseguenza le vendite diminuiscono perché la gente non ce la fa più a permettersi queste cifre» sottolinea Cornel, per nulla ottimista sul futuro -: la prossima settimana ci costerà altri 30 centesimi in più, se non finisce la guerra temo che i rincari continueranno ancora a lungo».

Sono previsti ulteriori rincari anche per la carne rossa. Alfredo Bertenasco, 85 anni, da 70 sotto la Tettoia dell’Orologio, non ha alcun dubbio: «L’aumento ci sarà - spiega lo storico macellaio di Porta Palazzo -, al momento la carne è aumentata come il resto, ma se gli allevatori non hanno più soldi per dare da mangiare alle vacche, inevitabilmente i prezzi saliranno. La situazione non è semplice perché la domanda non è più quella di prima, la gente compra di meno e se non servi bene i clienti non vengono più». Anche le abitudini dei consumatori stanno cambiando: «Una volta si vendevano solo fettine - spiega Bertenasco -, ora i clienti accettano anche il grasso».

La gente nelle macellerie della città non manca. «Con questi prezzi spendo meno per la carne» spiega Germana in via Garibaldi. «Faccio più attenzione a cosa compro» segue a ruota Giuliana, al mercato di piazza Madama Cristina. Sotto la tettoia di San Salvario, tra i banchi si vede poca gente con le buste della spesa in mano. «Non è un momento facile, tanto meno per me che ho appena aperto l’attività - spiega il macellaio del mercato Bruno Busso -, il pollo mi costa il doppio ma io non ho aumentato i prezzi altrimenti i clienti non vengono più. Ma così, invece di guadagnarci, ci perdo».

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