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Serrande giù in centro: nel “salotto buono” i negozi non riaprono

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Un “salotto buono” che è sempre più triste. Serrande giù, cartelli con scritto “affittasi” o “vendesi” che rimangono per anni, marchi storici che ci lasciano per sempre. E’ il centro di Torino, dove prosegue inesorabile la desertificazione commerciale: piazza Carlo Felice, via Roma, piazza Cln, piazza San Carlo, via Po. Le vie dello shopping sotto la Mole perdono sempre più negozi e sono sempre di più le serrande che si abbassano non per le ferie estive, ma per sempre. In piazza Carlo Felice, da otto anni è giù la serranda dove prima c’era la storica libreria Fogola. E nella piazza, da poco, ha chiuso anche la pasticceria Dezzutto, aperta nel 1958. E’ rimasto lo store di via Duchessa Jolanda, il locale di piazza Carlo Felice è in vendita e c’è un numero da chiamare, ma ci vuole anche parecchio coraggio ad aprire in un centro dove gli affitti sono alle stelle e gli altri costi lievitati. Nel palazzo interessato dall’incendio scoppiato un anno fa, Decathlon ha riaperto ma Turin Outlet si è spostato dall’altro lato dei portici. La Fiammengo, intanto, sta finendo la manutenzione straordinaria della facciata. La fine dei lavori è prevista per il 30 agosto e si spera che verrà rispettata. In via Buozzi, da quattro anni non c’è più Bib’s. Aperto nel 1968, per quarant’anni ha dettato la moda dei giovani di Torino e ora un’agenzia sta tentando di affittare i suoi spazi.

E poi c’è via Roma, arteria per eccellenza dello shopping cittadino. Fino a un paio d’anni fa, c’era anche un’associazione di commercianti, che poi si è sciolta. Spiega Paolo Bertolini, l’ex presidente dei negozianti di via: «Dall’epoca di Fassino in avanti, i politici hanno sempre pensato che il centro fosse una zona vitale per conto suo, e i commercianti fossero speculatori. Il risultato è una desertificazione. La politica - afferma - ha passato anni a discutere della tassa per entrare in centro, senza vedere la realtà dei fatti, ed ecco il risultato. L’errore originale è stato chiudere il primo tratto di via Roma. Noi avevamo fatto delle proposte diverse, ma non ci hanno ascoltati». E in via Roma resistono solo le grandi catene: da Zara a Foot Loocker a H&M e Bershka. In piazza Cln, negozi più datati come Mondo sono chiusi da un anno e mezzo, Stefanel si è spostato in via Lagrange ed ecco servita una distesa di serrande abbassate.

In piazza San Carlo, luogo per antonomasia del centro di Torino, il Caval ‘d Brons aveva chiuso i battenti da tempo. A quei tavoli si erano seduti personaggi del calibro di Totò, Frank Sinatra, Ingrid Bergman, Ava Gardner e Orson Welles, solo per citare alcuni nomi. Ma l’affitto era insostenibile e lo storico locale si è arreso nel 2016. Dall’altra parte dei portici, Olympic dopo 82 anni ha lasciato il posto a Y, altro negozio di abbigliamento, ma Olympic Market è sempre chiuso. E così anche in piazza San Carlo la distesa di serrande giù non manca. In Galleria San Federico, la gioelleria Olivero ha gettato la spugna nel 2018 dopo 42 anni di attività e ora un’agenzia affitta - o prova ad affittare - lo spazio commerciale. E lo stesso avviene dove un tempo c’era la Tabaccheria Duke. Mentre dopo trent’anni la profumeria Kiehl’s si è spostata in via Maria Vittoria e il locale è rimasto vuoto. Ma l’elenco dei negozi chiusi purtroppo non si ferma. Il nostro centro storico, il “salotto buono” di Torino, è cambiato per sempre. Ma non in meglio.

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