Cerca

Covid, una strage di imprese: «Scomparse 2.500 società»

covid imprese chiuse
Il Covid non è stata soltanto una tragedia sul fronte sanitario ma ha colpito duro un tessuto economico già precario. In Piemonte, infatti, hanno chiuso almeno 2.500 imprese: il 4,6% delle società di capitale. Ma altre 849 aziende si sono ritrovate con i conti in “rosso” per cercare di non mollare il colpo e resistere alla pandemia. E questo solo nel primo anno dell’emergenza. A rivelarlo è lo studio “I bilanci delle imprese del Piemonte nell’anno della pandemia” curato da Giuseppe Russo e realizzato dal Comitato Torino Finanza della Camera di Commercio di Torino, che fotografa la perdita di 741 milioni di valore della produzione da parte di chi non ce l’ha fatta: un valore aggiunto pari allo 0,2% del Pil in Piemonte. Sarebbe andata parecchio peggio senza le contromisure del governo. Rispetto allo studio previsionale, realizzato un anno prima, i danni al sistema delle imprese «sono stati contenuti anche grazie ad efficaci misure antipandemiche». Il valore del patrimonio netto complessivo del sistema è cresciuto di 12,7 miliardi, attestandosi a 119 miliardi, per effetto di una rivalutazione degli attivi immobilizzati pari a 13,9 miliardi di euro. Per questo lo studio parla di “resilienza” nonostante il significativo peggioramento dal punto di vista economico, Tra le 52.052 società che hanno “tenuto duro” le perdite nette sono salite a 6,9 miliardi di euro, contro i 3,4 del 2019 (+103%), e il calo del valore della produzione è stato del 7,59%, pari a 15 miliardi di euro. Nel 2020 si sono registrati anche 3,2 miliardi di minore valore aggiunto, di cui 1,5 miliardi per minori stipendi e oneri per lavoro, in parte recuperati con la cassa integrazione. Per far fronte alla crisi i debiti totali sono saliti di 14,6 miliardi e si sono attestati complessivamente a 153,8 miliardi (+10,50%). «L’indagine che abbiamo condotto ci dice che il danno permanente al Pil è stato ben di meno di quanto avrebbe potuto essere senza mitigazioni e senza rivalutazioni. Questo vuol dire, in sostanza, che il Piemonte ha potuto presentarsi all’appuntamento della ripresa nel 2021 e nel 2022 con il suo sistema economico pressoché integro ed ha potuto approfittare pienamente della ripresa in corso, certo oggi minacciata dalla guerra e dall’inflazione» spiega il presidente del Comitato Torino Finanza, Vladimiro Rambaldi. La “resilienza”, sia pure ottenuta attraverso una diversa valutazione degli attivi, ha permesso alle imprese del Piemonte di continuare l’esercizio dell’attività, senza notevoli richieste di capitali nuovi ai soci. «Il lockdown - aggiunge Luca Asvisio, presidente dell’Ordine dei Commercialisti di Torino - non ha solo condizionato le nostre vite ma, evidentemente, anche il mondo economico nel quale operiamo. L’applicazione di norme straordinarie, ad esempio nella rivalutazione dei beni, nella sospensione degli ammortamenti e nel congelamento delle perdite di esercizio, avrà riflessi non indifferenti sul futuro. ma bisogna comunque ricordare, per contro, che lo Stato tante volte vituperato, questa volta si è dimostrato vicino alle aziende con garanzie, contributi e provvedimenti che hanno permesso di superare alcune criticità. Ci auguriamo che questo supporto possa continuare anche nel prossimo futuro in condizioni ordinarie».
Resta aggiornato, iscriviti alla nostra newsletter

Logo Federazione Italiana Liberi Editori L'associazione aderisce all'Istituto dell'Autodisciplina Pubblicitaria - IAP vincolando tutti i suoi Associati al rispetto del Codice di Autodisciplina della Comunicazione Commerciale e delle decisioni del Giurì e de Comitato di Controllo.