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La benzina sfiora i 2,20 euro al litro e i gestori scrivono ai parlamentari

Benzina
A pochi giorni dal ritorno delle accise sul carburante e la benzina che ha sforato il tetto dei due euro, i benzinai di Torino lanciano il grido d’allarme. La protesta è stata raccolta dall’associazione dei gestori degli impianti Faib-Confesercenti Piemonte che ha deciso di scrivere una lettera rivolta ai parlamentari piemontesi affinché facciano pressione sul governo per tagliare nuovamente le accise sul carburante. Il motivo? Dal momento che far benzina costa più caro i piemontesi utilizzano meno l’auto per risparmiare, e ciò comporta un calo del fatturato che si aggira sul 20%.

Anche perché il prezzo della benzina continua a salire. Il pieno di benzina costa 8,9 euro in più rispetto a quanto costava a fine dicembre: il calcolo arriva dal Codacons che sottolinea come si possa stimare una maggiore spesa su base annua di circa 214 euro ad automobilista. Secondo le elaborazioni di Quotidiano energia il prezzo medio della benzina servito sale a 1,965 euro mentre quello del diesel sale a 2,023 euro al litro. Il prezzo medio della benzina in modalità servito in autostrada sale a 2,171 euro.

«Nella lettera - spiega Enzo Nettis, presidente di Faib-Confesercenti - sollecitiamo i parlamentari a farsi portatori presso il governo della necessità di fiscalizzare nuovamente gli aumenti dei carburanti, in modo da evitare una nuova stangata a danno dei cittadini e delle imprese. Ma chiediamo anche di essere tutelati come categoria rispetto al clima di colpevolezza che sta montando nei nostri confronti: clima che non ha ragione d’essere poiché - lo ribadiamo ancora una volta - il margine di circa 3,5 centesimi lordi al litro che spetta ai gestori rimane fisso e non varia all’aumentare del costo dei carburanti. Semmai, anche noi siamo danneggiati perché più aumenta il carburante, minori sono i consumi».
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