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Economia
25 Marzo 2025 - 21:15
Il granchio blu ha inferto un duro colpo all'industria della pesca nel Delta del Po, mettendo in ginocchio una delle più importanti produzioni europee di vongole, che garantiva al settore un valore di almeno 200 milioni di euro l'anno. La crisi ha portato molti pescatori a vendere pescherecci e abitazioni, mentre altri stanno cercando di reinventarsi professionalmente.
Una possibile via d'uscita potrebbe essere la riconversione degli impianti da vongole a ostriche, sfruttando sistemi di allevamento con ceste sospese che proteggono i molluschi dall'assalto dei granchi. Tuttavia, questa soluzione richiede investimenti significativi, fino a 50mila euro, e tempi di sviluppo che vanno dai tre ai cinque anni. Inoltre, le attrezzature per l'allevamento delle ostriche sono più complesse rispetto a quelle delle vongole e vi sono differenze ambientali da considerare, poiché le prime prosperano in acque salmastre e le seconde in acque marine.
Nel frattempo, gli operatori cercano di limitare i danni mettendo in sicurezza il seme delle vongole e aumentando la cattura del granchio blu, per il quale si stanno esplorando opportunità di commercializzazione, anche a livello internazionale. Tuttavia, il mercato presenta delle difficoltà, poiché solo il 15% del prodotto, ovvero la polpa, viene effettivamente utilizzato in cucina.
Anche la riconversione all’ostricoltura presenta sfide economiche e di mercato. Le ostriche, consumate principalmente crude, si rivolgono a una fascia di clientela diversa rispetto alle vongole, che sono accessibili a tutte le età. Inoltre, un freno allo sviluppo del settore è rappresentato dall’IVA al 22%, che andrebbe ridotta al 10% per allinearsi agli standard internazionali.
Nonostante le difficoltà, il potenziale economico del mercato delle ostriche italiane è significativo, con un possibile giro d'affari da 60 milioni di euro grazie a varietà locali di eccellenza, come l’Ostrica rosa di Scardovari, la verde del Golfo dei Poeti, la bianca del Gargano, la sarda, l’Ostrica d’oro e la nera di Goro.
"Non possiamo competere sui volumi con altri paesi, ma la qualità delle nostre ostriche è riconosciuta a livello internazionale", afferma Paolo Tiozzo, vicepresidente di Confcooperative Fedagripesca. Se adeguatamente sviluppata, questa filiera potrebbe dare nuovo slancio all'economia ittica, generando occupazione e opportunità per giovani e donne, con un potenziale valore economico stimato in mezzo miliardo di euro.
Nel frattempo, il settore attende ancora l’attuazione del piano interministeriale di contenimento del granchio blu, annunciato a gennaio ma non ancora operativo.
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