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Economia & Finanza

Bialetti, niente Hermés (o Elkann): l'Omino con i Baffi diventa cinese. E vola in Borsa

Dopo i rumors sul delisting, titolo sospeso per eccesso di rialzo. La nota della società

Bialetti, niente Hermés (o Elkann): l'Omino con i Baffi diventa cinese
Un marchio storico del Made in Italy diventerà cinese (anche se con bandiera del Lussemburgo). L'Omino con i Baffi, protagonista di Carosello, della Bialetti (fondata a Omegna nel 1919) è infatti vicino alla vendita. In una trattativa in cui, dopo che nella giornata di domenica 30 marzo sono uscite notizie che vedevano in corsa anche la famiglia Guerrand Hermés e gli Elkann (attraverso Exor), è stata la Bialetti stessa, con una nota sul portale 1Info, a spiegare cosa sta succedendo.
Al momento, spiegano da Bialetti, " sono in corso negoziati esclusivamente con la società di diritto lussemburghese N.U.O. Capital S.A. per l’acquisto, da parte della stessa e/o di altri investitori o coi-investitori e per il tramite di uno o più veicoli societari, di una partecipazione di controllo nel capitale sociale di Bialetti". Si tratta di "realizzare la Dismissione Bialetti, già annunciata al mercato nei mesi scorsi e prevista dal Nuovo Accordo di Ristrutturazione, di cui costituisce adempimento conclusivo. La Dismissione Bialetti non sarebbe realizzata nel contesto di un processo di ristrutturazione dell’indebitamento finanziario di Bialetti Industrie".
La Nuo Capital SA, base in Lussemburgo, è il family office della famiglia di Stephen Cheng, miliardario di Hong Kong. Inizialmente, a causa di un articolo de Il Messaggero, si era ingenerata confusione con un altro veicolo finanziario, la Nuo Spa sempre controllata al 50% dalla famiglia Cheng, attraverso la World-Wide Investment Company Limited, e per il restante 50% dalla Exor di John Elkann. Le prime notizie ipotizzavano anche l'ingresso della società Jakyval, della famiglia Guerrand Hermés, che però al momento viene escluso.
Nel rigido linguaggio delle comunicazioni richieste della Consob, Bialetti precisa che "seppur in fase avanzata, i negoziati sono ancora in corso e riguardano diversi aspetti, anche rilevanti, dell’operazione. Tra questi sono inclusi il prezzo di compravendita e l’ammontare del rafforzamento patrimoniale sopra menzionato. Ad oggi, nessun accordo vincolante è stato raggiunto e/o sottoscritto con NUO e/o altri investitori, né alcuna delibera in tal senso è stata assunta dal Consiglio di Amministrazione della Società". I rumors indicavano in 170 milioni di euro il valore dell'affare. 
Bialetti, nel 2024 ha conseguito ricavi pari a circa 150 milioni di euro con un incremento del 6% rispetto all’esercizio 2023. L’Ebitda Consolidato Normalizzato risulta positivo per circa 23 milioni di euro, in aumento del 20% rispetto all’esercizio precedente e l’Indebitamento finanziario netto normalizzato al 31 dicembre 2024 è pari a 81,9 milioni di euro (78,9 milioni al 31 dicembre 2023).
Intanto questa mattina il titolo è schizzato a +23%, venendo poi sospeso per l'eccesso di rialzo. Attorno alle 12, la stabilizzazione pare essere comunque attorno a un notevole +13,22, con valore a 0,27: livelli che rappresentano il massimo toccato negli ultimi due anni. 
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