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Economia
03 Aprile 2025 - 19:08
L’economista e scrittore Jeremy Rifkin prevede il fallimento delle politiche tariffarie in un futuro in cui la stampa 3D rivoluzionerà il commercio globale. Secondo Rifkin, la tecnologia emergente cambierà non solo il modo in cui vengono prodotti i beni, ma anche il concetto stesso di scambio commerciale internazionale.
In una riflessione pubblicata sulla sua newsletter, Rifkin spiega come la stampa 3D stia modificando profondamente le dinamiche economiche. Contrariamente alla produzione tradizionale, che comporta la realizzazione di beni fisici soggetti a dazi doganali, le piccole e medie imprese (PMI) che adottano la stampa 3D possono ora condividere i propri design digitali in modo quasi gratuito con distributori locali in tutto il mondo, evitando così costi di trasporto e tariffe.
"Laddove i prodotti fisici subiscono l'imposizione di dazi, la stampa 3D consente alle aziende di produrre e distribuire direttamente articoli personalizzati senza dover pagare tariffe. Questo cambia radicalmente le regole del gioco", afferma Rifkin. Egli sottolinea che, sebbene settori come i combustibili fossili, i beni agricoli, le terre rare, il legno e la pietra possano rimanere esclusi, la transizione verso una produzione "additiva" sta progressivamente sostituendo i tradizionali metodi di produzione "sottrattiva", segnando un cambiamento epocale.
Secondo l’economista, la stampa 3D sta guadagnando terreno a livello globale, con grandi aziende come Siemens, Volkswagen e General Electric che stanno testando e integrando questa tecnologia. Inoltre, numerosi centri di ricerca accademici stanno sviluppando nuovi progetti, dimostrando come questa tecnologia riduca i costi e le emissioni, abbattendo fino all’11% delle emissioni di gas serra.
Rifkin ha anche affermato che la tecnologia della stampa 3D, parte della cosiddetta "terza rivoluzione industriale", ha il potenziale di ridistribuire il potere economico, rompendo il vecchio paradigma concentrato nelle mani di pochi. In un mondo sempre più "glocalizzato", in cui le PMI possono accedere a mercati globali senza intermediari, l’idea di proteggere le industrie nazionali tramite i dazi sembra destinata a fallire.
"La terza rivoluzione industriale è destinata a democratizzare l'economia globale, distribuendo il potere economico in modo più equo. Le politiche protezionistiche, come l’imposizione dei dazi, non sono più adatte per un sistema economico sempre più decentralizzato e globale", ha concluso Rifkin.
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