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Economia
24 Aprile 2025 - 09:45
Il settore dell'edilizia, storicamente considerato uno dei pilastri dell'economia italiana, sta attraversando un periodo di turbolenza. La frenata dei bonus fiscali, in particolare il superbonus, e le difficoltà nel reperire personale qualificato stanno mettendo a dura prova le imprese del comparto.
Il superbonus, introdotto per incentivare la riqualificazione energetica e sismica degli edifici, ha rappresentato un vero e proprio volano per il settore edile. Tuttavia, la sua progressiva riduzione ha avuto un impatto significativo sul fatturato delle imprese. Paola Malabaila, presidente dell'Ance Piemonte e Valle d'Aosta, sottolinea come il calo del fatturato sia direttamente collegato alla riduzione di questi incentivi fiscali. A ciò si aggiunge l'affievolirsi dell'impatto del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR), destinato a esaurirsi nel 2026. La combinazione di questi fattori ha portato a una diminuzione del portafoglio ordini, sia nel settore privato che pubblico, e a un peggioramento dei tempi di pagamento, soprattutto da parte dei committenti pubblici.
Il quadro occupazionale nel settore edile riflette la fase di stallo attuale. Le imprese non prevedono aumenti di organico e fanno sempre più affidamento sulla manodopera esterna. Francesco Panuccio, coordinatore Ance Piemonte e Valle d'Aosta, evidenzia come quasi il 70% delle aziende segnali difficoltà nel reperire personale qualificato. Inoltre, i tempi di pagamento per i lavori eseguiti continuano ad allungarsi, arrivando in media a 79 giorni, a causa di un circuito finanziario poco fluido e di procedure di rendicontazione e controllo eccessivamente complesse.
Nonostante il contesto di rallentamento, quasi la metà delle imprese valuta la possibilità di aumentare gli investimenti, grazie agli incentivi fiscali come il credito d'imposta 4.0 e 5.0. Tuttavia, l'aumento del costo della manodopera, derivante dal rinnovo contrattuale, non è ancora stato recepito dal prezzario regionale, costringendo le imprese a sostenere integralmente gli oneri. A questo si aggiunge l'obbligo di rinnovare il parco mezzi a partire da ottobre 2025, con ulteriori costi a carico delle aziende. In questo contesto, sebbene vi sia la volontà di investire per adeguarsi alle normative e alle richieste del mercato, senza un adeguato riconoscimento degli oneri aggiuntivi, questi investimenti rischiano di non concretizzarsi.
Nonostante le difficoltà, il settore delle costruzioni rimane centrale per lo sviluppo del Paese. L'Ance, insieme alla filiera delle costruzioni, ha lanciato la campagna di comunicazione "Noi, che veniamo da lontano" per sensibilizzare sull'importanza dell'edilizia nello sviluppo del Paese e nella diffusione della cultura della sicurezza. La presidente Malabaila sottolinea la necessità di adottare una strategia di lungo respiro per garantire stabilità al comparto edile. Ignorare l'impatto degli aumenti dei costi potrebbe avere conseguenze anche sull'accessibilità al bene casa. Servono politiche mirate per garantire che l'acquisto di un'abitazione rimanga sostenibile e alla portata di tutti. In un momento in cui l'edilizia si trova a un bivio, è fondamentale che le istituzioni e gli attori del settore lavorino insieme per trovare soluzioni che possano garantire una crescita sostenibile e inclusiva.
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