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Economia
02 Giugno 2025 - 09:50
Mentre l’attenzione pubblica è concentrata sulle tensioni commerciali con gli Stati Uniti e sui dazi minacciati da Donald Trump, un’altra misura si fa strada nei corridoi di Bruxelles. Si tratta di una proposta contenuta nell’aggiornamento della direttiva sui controlli tecnici dei veicoli commerciali, che prevede di ridurre la validità della revisione da due a un anno per tutti i veicoli con più di dieci anni di età. Una misura che costringerebbe milioni di automobilisti a sottoporre il proprio veicolo a revisione ogni dodici mesi, con una spesa media annua stimata attorno agli 80 euro, e che potrebbe salire fino a 90 euro.
Nel nostro Paese, dove la normativa attuale prevede la prima revisione dopo quattro anni e poi ogni due, la misura si abbatterebbe su oltre la metà del parco auto circolante. Alla fine del 2023, infatti, il 57,9% delle automobili in circolazione aveva superato i dieci anni di età. In media, le auto italiane hanno 11 anni e 8 mesi, un dato in crescita del 2% in appena un anno. Le differenze regionali sono marcate: in Basilicata si registrano le vetture più vecchie (13 anni e 9 mesi), seguita da Calabria, Sicilia, Sardegna e Molise. Le più “giovani” si trovano in Toscana (10 anni e 7 mesi) e in Lombardia (11 anni e un mese). In Piemonte, la media si attesta a 11 anni e 8 mesi, ma in alcune province si superano abbondantemente i 12 anni, come ad Asti, Cuneo e Biella.
La Commissione motiva il provvedimento con l’obiettivo di aumentare la sicurezza stradale, citando le quasi 20.000 vittime di incidenti nell’eurozona nel 2024. Tuttavia, in molti vedono in questa mossa un’ulteriore conseguenza del Green Deal, anche se ormai privo della spinta iniziale, e un incentivo indiretto a rinnovare il parco auto – possibilmente elettrico – a scapito di chi non può permetterselo.
Le reazioni non si sono fatte attendere, in particolare dall’Italia. Tra le voci più critiche, quella della Lega con l’europarlamentare Isabella Tovaglieri che bolla la proposta come “senza senso e fuori dalla realtà”. Secondo Tovaglieri, si tratta di “un provvedimento che danneggia soprattutto gli italiani, il cui parco auto è particolarmente vecchio. Non tiene conto del fatto che non tutti, di questi tempi, possono permettersi di acquistare un’auto nuova, tanto meno elettrica”. Per il partito guidato da Matteo Salvini, il piano europeo “sembra volto a boicottare il settore dell’automotive, penalizzando sia le case automobilistiche sia i consumatori”. Una tassa mascherata, secondo la Lega, che “colpisce chi ha un’auto come se fosse un criminale ambientale”.
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