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Economia
02 Giugno 2025 - 10:40
Il vino è troppo economico. Questo, in sintesi, è il nuovo allarme lanciato dall’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS), che esorta i Paesi europei a introdurre o rafforzare le imposte sul vino. Nel documento dal titolo “Too cheap to ignore” (“Troppo economico per essere ignorato”), l’OMS sottolinea come l’accessibilità dell’alcol sia aumentata rispetto a vent’anni fa, con gravi conseguenze per la salute pubblica.
Secondo l’OMS, la soluzione è chiara: aumentare le accise. “La tassazione è uno degli strumenti più efficaci per contrastare il consumo nocivo di alcol”, si legge nel rapporto, che verrà discusso in vista del vertice autunnale sulle malattie non trasmissibili.
Il documento invita esplicitamente i governi dell’Europa a rivedere la loro politica fiscale, offrendo supporto tecnico per sviluppare sistemi più incisivi. L’obiettivo è doppio: ridurre il consumo dannoso e rafforzare le casse pubbliche.
Il rapporto evidenzia come, nel 2022, solo 29 su 53 Paesi della regione europea applicassero una qualsiasi forma di accisa sul vino. Il motivo? Una direttiva europea datata 1992 che permette agli Stati membri di fissare l’aliquota minima a zero. Di fatto, solo due Paesi adottano una tassazione basata sul grado alcolico del vino, mentre birra e superalcolici sono generalmente tassati in modo più rigido.
A livello europeo, la percentuale delle accise sul prezzo finale del vino è in media appena del 4% – ben lontana da quella applicata ad altri alcolici.
Non solo accise: l’OMS propone anche l’introduzione di un prezzo minimo obbligatorio per evitare che sul mercato arrivino vini a prezzi stracciati. Una misura che, secondo l’organizzazione, sarebbe utile soprattutto per contrastare il consumo tra i giovani e i forti bevitori.
Molti governi restano prudenti. Il timore di perdere consenso o di alimentare il mercato nero dell’alcol frena l’adozione di misure più severe. L’OMS replica: “Non si tratta solo di salute, ma anche di sostenibilità economica. Più tasse significano anche più risorse da reinvestire nei servizi”.
Il rapporto elogia i Paesi nordici – come Norvegia, Svezia e Finlandia – dove il controllo statale sugli alcolici consente di mantenere prezzi elevati e limitare i danni alla salute. Altro esempio citato è la Lituania, dove un forte aumento delle accise nel 2017 ha ridotto i consumi del 7% e incrementato le entrate fiscali del 27% in un solo anno.
Ma c’è un altro lato della medaglia: il mercato del vino, soprattutto in Paesi come l’Italia, è già in difficoltà. I consumi interni sono in calo e molte aziende vinicole faticano a restare a galla. L’introduzione di nuove tasse potrebbe rappresentare un colpo durissimo per un settore che fa parte del patrimonio culturale ed economico europeo.
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