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ECONOMIA
16 Luglio 2025 - 08:50
L’ombra dei dazi torna a incombere sui rapporti commerciali tra Stati Uniti ed Europa. L’annuncio del presidente Donald Trump di reintrodurre tariffe doganali del 30% su una vasta gamma di prodotti europei rischia di generare un impatto economico significativo sia per i consumatori americani che per le eccellenze agroalimentari italiane. Secondo una stima diffusa da Coldiretti, le nuove misure protezionistiche potrebbero comportare una perdita complessiva di oltre 2,3 miliardi di euro, un danno che si estenderebbe a intere filiere produttive.
La proiezione si basa sull’esperienza passata: nel corso del primo mandato di Trump, provvedimenti simili avevano già determinato un calo a doppia cifra nelle esportazioni italiane dei settori colpiti. Il rischio concreto è che la storia si ripeta, con effetti pesanti soprattutto sul comparto vitivinicolo e su quello lattiero-caseario.
La questione è stata al centro della recente riunione della Consulta vitivinicola regionale di Coldiretti, dove è emersa forte preoccupazione per le conseguenze delle possibili nuove tariffe. Si stima infatti che, in caso di attuazione, i dazi porterebbero l’imposizione totale sui vini italiani al 35%, penalizzando fortemente l’export e la competitività sui mercati nordamericani.
Coldiretti Cuneo ha espresso un giudizio molto critico sulla gestione europea della crisi commerciale. Il presidente Enrico Nada ha sottolineato come l’eventuale conferma delle misure, previste per il prossimo 1° agosto, rappresenterebbe un segnale del fallimento dell’azione politica condotta dall’attuale leadership europea. A suo avviso, la presidente Ursula von der Leyen non avrebbe ancora intrapreso alcuna iniziativa concreta per scongiurare lo scontro commerciale, mancando così di visione strategica e coraggio in un momento cruciale per l’equilibrio economico e geopolitico globale.
Il direttore di Coldiretti Cuneo, Francesco Goffredo, ha aggiunto che mentre le grandi potenze mondiali si stanno concentrando sul rafforzamento della propria sovranità alimentare ed energetica, l’Europa sembra invece muoversi in direzione opposta, riducendo gli investimenti proprio nei settori chiave come l’agricoltura.
Oltre al danno economico diretto, Coldiretti evidenzia anche i rischi indiretti per i consumatori statunitensi, che si troverebbero a dover scegliere tra pagare molto di più per i prodotti autentici italiani o accontentarsi di imitazioni di bassa qualità, favorendo così il fenomeno dell’Italian sounding.
I dazi non colpirebbero solo le imprese agricole italiane, ma metterebbero in discussione l’intero equilibrio del commercio internazionale agroalimentare, con ripercussioni tangibili sulle tavole e sulle economie di entrambe le sponde dell’Atlantico.
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