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pubblicità ed economia

Dove c’è Sydney Sweeney, c’è rally in Borsa

Lo spot pubblicitario di American Eagle conquista il web e fa volare le azioni del marchio in crisi

Dove c’è Sydney Sweeney, c’è rally in Borsa

Il volto e il corpo di Sydney Sweeney fanno ancora una volta la differenza. L’attrice statunitense, nota soprattutto per il suo ruolo nella serie Euphoria e per il suo status di sex symbol, è la protagonista della nuova campagna pubblicitaria di American Eagle, il brand di abbigliamento casual americano in difficoltà da anni. E giovedì scorso, a pochi giorni dalla diffusione dello spot, le azioni dell’azienda sono salite del 12% in Borsa.
Il merito non è solo del marketing tradizionale: a determinare il picco è stato un vero e proprio caso di “meme stock”, cioè quel fenomeno per cui titoli di aziende note ma in declino vengono rilanciati da piccoli investitori su piattaforme come Reddit e Twitter, mescolando istinto finanziario e spirito goliardico. Un meccanismo simile a quello che, anni fa, aveva riportato sotto i riflettori aziende come GameStop.

La campagna con Sweeney, considerata la più costosa mai realizzata da American Eagle, punta su un’estetica americana anni ’60: nello spot, l’attrice appare con jeans e canottiera bianca, intenta a sistemare una Ford Mustang del 1965. In altre scene indossa una camicia di jeans scollata, richiamando un’immagine di femminilità classica e seducente. Tra le iniziative previste, cartelloni digitali a Times Square e proiezioni sulla Sphere di Las Vegas.

American Eagle punta a un pubblico prevalentemente maschile, giocando su riferimenti visivi patriottici e nostalgici, coerenti con l’identità del marchio. Non a caso, molti osservatori online hanno letto il successo della campagna come segnale del ritorno di un marketing conservatore, in linea con il clima politico statunitense, dominato dal ritorno di Donald Trump come figura centrale del dibattito.

Fino a pochi giorni fa, però, i numeri per American Eagle non erano incoraggianti: azioni in calo del 35% nell’ultimo anno, profitti in calo del 5% nel 2024 e preoccupazioni legate ai dazi minacciati da Trump sulla Cina, principale fonte di approvvigionamento per il brand. Il balzo in Borsa, pur importante, non basta a colmare le perdite complessive.

Non è la prima volta che Sweeney ha un impatto concreto sul mercato. A maggio, l’azienda di cosmetici Dr. Squatch ha lanciato una linea di saponette “da bagno con Sydney Sweeney”, dichiarando che ogni prodotto conteneva una piccola quantità dell’acqua in cui l’attrice si era immersa. La provocazione ha fatto discutere ma ha funzionato: le 5.000 saponette sono andate esaurite in pochi minuti. Poche settimane dopo, Dr. Squatch è stata acquisita da Unilever per 1,5 miliardi di dollari, e le collaborazioni con le celebrità sono state citate come uno dei principali punti di forza dell’azienda.

L’effetto Sydney Sweeney, insomma, sembra oggi uno dei nuovi asset del marketing statunitense: provocatorio, seduttivo, virale e incredibilmente redditizio.

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