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Confartigianato Piemonte

Tra dazi, tasse e burocrazia, l'artigianato piemontese sta rallentando e perde fiducia

L’export si sgonfia, niente investimenti e meno assunzioni: lo scenario del terzo trimestre secondo Confartigianato è un campanello d’allarme

Tra dazi, tasse e burocrazia, l'artigianato piemontese sta rallentando e perde fiducia

Nel Piemonte produttivo, quello delle piccole imprese artigiane, la fiducia sembra essersi persa. Lo racconta l’ultima indagine congiunturale di Confartigianato Piemonte, relativa al terzo trimestre 2025, che descrive un quadro tutt’altro che rassicurante: meno ordini, meno assunzioni, meno investimenti. E una inevitabile incertezza crescente sul fronte dell’export, che si spiega con il timore per nuovi dazi e dalle tensioni commerciali globali.

Uno dei segnali più evidenti è il crollo delle previsioni sulle esportazioni. La stima delle aziende che confidano in una stabilità dell’export è precipitata dal 62,90% al 34,71%, mentre resta ancora fortemente negativo il saldo sull'acquisizione di nuovi ordini per l’estero, che passa da -29,30% a -20,97%. Un dato che preoccupa soprattutto chi guarda ai mercati esteri come sbocco vitale per reggere l’urto della pressione fiscale interna e della burocrazia crescente.

A confermare il clima di sfiducia generalizzata è l’aumento delle imprese che non effettueranno investimenti, passate dal 74,90% al 78,35%. In parallelo, si raddoppia la quota di aziende senza dipendenti, che sale dal 9,22% al 18,56%, mentre calano ancora le previsioni di assunzione di apprendisti, dal già negativo -19,22% al -20,96%.
Anche sul fronte della produzione totale le aspettative rimangono negative, pur con una lieve variazione in miglioramento: si passa da -14,17% a -13,06%. Peggiora invece il saldo relativo all’acquisizione di nuovi ordini complessivi, che tocca il -14,44% (era -12,95% nel trimestre precedente).
In questo scenario, l’unico indicatore in leggera controtendenza è quello legato agli incassi regolari, che migliora dal 64,95% al 68,38%. Un piccolo spiraglio, ma non sufficiente a compensare il resto del quadro.

La situazione sta configurandosi come un nuovo stato di equilibrio precario per molte microimprese artigiane piemontesi, già provate da anni di instabilità normativa, carenza di manodopera specializzata e aumento dei costi fissi.

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