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Automotive
05 Settembre 2025 - 11:50
Il governo canadese guidato da Mark Carney ha deciso di rinviare l’introduzione delle regole che avrebbero imposto ai costruttori automobilistici di raggiungere una quota minima del 20% di vendite di veicoli elettrici a partire dal 2026. Una mossa che, secondo quanto riportato da Bloomberg, rappresenta una boccata d'aria nei confronti dell’industria e in particolare di Stellantis, fortemente esposta sul mercato canadese. La misura era stata introdotta dal precedente esecutivo di Justin Trudeau, con un percorso graduale che puntava al 100% di vendite a zero emissioni entro il 2035. L’attuale governo ha scelto di rivedere lo “standard di disponibilità dei veicoli elettrici”, posticipando l’avvio della norma per valutare gli effetti su occupazione e catene produttive, già in difficoltà per i dazi statunitensi.
A giugno la quota di veicoli elettrici sulle vendite totali in Canada si attestava intorno all’8%, in calo anche a causa della sospensione degli incentivi federali, che potevano arrivare fino a 5mila dollari canadesi per veicolo. Negli ultimi mesi i grandi gruppi automobilistici hanno intensificato il pressing su Ottawa, denunciando l'alta pretesa dei target fissati e l’impatto dei costi sulle catene produttive. Come rileva Intermonte, la mossa canadese si inserisce in un trend internazionale di allentamento delle regole sulle emissioni, già evidente negli Stati Uniti e al centro del dibattito anche in Europa. Per i costruttori, si tratta di un allentamento positivo: meno rischio di sanzioni, maggiore flessibilità nella gestione del mix di vendita e una riduzione della pressione su un comparto, l’elettrico, che presenta ancora marginalità più basse rispetto ai veicoli a combustione interna.
Il rinvio delle regole è particolarmente rilevante per Stellantis, che in Canada ha venduto circa 130 mila veicoli nel 2024, pari all’8-9% delle sue vendite nordamericane e al 2% del totale globale. Il gruppo, però, non sta attraversando un momento brillante: nel primo semestre del 2025 le immatricolazioni sono scese del 14% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente. L’alleggerimento normativo rappresenta dunque una boccata d’ossigeno per la multinazionale guidata da John Elkann, che potrà affrontare la transizione con tempi più gestibili.
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