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Regali in denaro: quando scatta la tassa e cosa fare per non avere problemi

Niente Irpef sui soldi ricevuti, ma attenzione all’imposta di donazione e alle verifiche sui conti correnti

Regali in denaro: quando scatta la tassa e cosa fare per non avere problemi

Ricevere soldi in regalo non è un fatto raro: accade per matrimoni, compleanni, oppure quando genitori e nonni decidono di fare un dono ai figli o ai nipoti. Ma in questi casi bisogna chiedersi: si devono pagare le tasse?

La risposta, in linea generale, è no: i regali non concorrono alla formazione del reddito e quindi non vanno inseriti nella dichiarazione dei redditi. Non si paga l’Irpef, sia che il dono avvenga in contanti, con assegno o con bonifico. Tuttavia, la legge li considera a tutti gli effetti donazioni, con alcune regole fiscali da rispettare.

Se l’importo è di modico valore, non serve alcun atto notarile e non è dovuta alcuna imposta. Ma quando la somma diventa significativa, la donazione deve essere formalizzata davanti a un notaio e può scattare l’imposta di donazione. Questa varia a seconda del grado di parentela e dell’importo:

  • tra genitori e figli, si paga solo sulla parte che supera 1 milione di euro;

  • tra fratelli e sorelle, scatta oltre i 100.000 euro;

  • per altri parenti fino al terzo grado, la soglia è più bassa;

  • tra non parenti, invece, l’imposta è più pesante e non prevede franchigie alte.

Un altro aspetto da non sottovalutare riguarda l’Isee: i soldi ricevuti in regalo, se rimangono depositati sul conto, incidono sulle giacenze medie considerate nella certificazione (con due anni di differenza).

Infine, attenzione ai controlli del Fisco: per legge, ogni somma che entra sul conto corrente è considerata potenzialmente reddito imponibile. Se si riceve, ad esempio, un bonifico di 10.000 euro, è necessario poter dimostrare che si tratta di un regalo e non di un pagamento occulto per lavoro in nero. In questi casi serve una prova con data certa (ad esempio una dichiarazione scritta del donatore). La presunzione legale, però, viene meno se il trasferimento avviene da parte di un familiare stretto, giustificabile con motivazioni affettive.

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