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Lavoro & crisi

La fuga dei giovani imprenditori: 193mila imprese italiane scomparse in 13 anni

Dal calo demografico alle difficoltà economiche, le aziende guidate da under 35 segnano un forte declino, con impatti su occupazione, innovazione e PIL nazionale

La fuga dei giovani imprenditori: 193mila imprese italiane scomparse in 13 anni

Negli ultimi tredici anni, tra il 2011 e il 2024, l’Italia ha registrato una drastica riduzione delle imprese guidate da under 35: circa 193mila aziende giovani hanno chiuso i battenti, portando la loro quota sul totale delle imprese al 8,7%.

Una diminuzione che pesa sul Mezzogiorno

Secondo un’analisi di Confcommercio, oltre 87mila di queste chiusure si sono concentrate nelle regioni meridionali. Il calo complessivo delle imprese giovani ha superato il 30%, mentre il totale delle imprese italiane è sceso di appena il 4,2%. Secondo le stime dell’associazione, se il numero di imprese giovanili fosse rimasto stabile rispetto al 2011, il PIL italiano oggi potrebbe vantare tra i 49 e i 65 miliardi di euro in più.

Il legame tra imprenditori giovani e occupazione è evidente: le aziende guidate da giovani hanno una maggiore presenza di dipendenti under 35 e mostrano performance migliori in termini di crescita, fatturato e adozione di tecnologie digitali.

L’innovazione passa dai giovani

Matteo Musacci, presidente dei Giovani Imprenditori di Confcommercio, ricorda l’importanza dei giovani come motore di innovazione e sostenibilità: “Che si tratti di continuare un’attività di famiglia o di fondare una nuova impresa, i giovani imprenditori rappresentano una spinta vitale per l’economia del Paese”.

Per invertire il trend negativo, Musacci indica due strategie principali: incentivi fiscali e agevolazioni per chi avvia nuove attività e un migliore accesso al credito. Le start-up, infatti, restano più esposte a rischi e costi di finanziamento elevati, rendendo necessarie garanzie pubbliche e strumenti di supporto.

Cause profonde: demografia ed economia

Uno dei fattori chiave del calo delle imprese giovanili è la contrazione demografica: dal 1982 l’Italia ha perso 10 milioni di giovani, mentre la popolazione over 65 è quasi raddoppiata, arrivando a 14,6 milioni.

Il Sud del Paese, meno attrattivo per l’immigrazione qualificata, ha subito oltre la metà della perdita totale dei giovani italiani.

Anche il peso economico e fiscale ha inciso: se quarant’anni fa un trentenne doveva affrontare un debito annuo medio di 280 euro, oggi questa cifra è quasi quadruplicata. Inoltre, la pressione fiscale sui giovani è passata dal 34,1% del 1982 al 42,8% nel 2025.

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