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28 Ottobre 2025 - 09:20
Amazon ha confermato l’avvio del più grande piano di licenziamenti della sua storia. Circa 30 mila lavoratori, pari a quasi il 10% del personale aziendale, saranno coinvolti in una vasta ristrutturazione interna.
Secondo l’azienda, l’obiettivo è contenere le spese e correggere le assunzioni eccessive avvenute durante il periodo della pandemia di Covid-19.
Il cambiamento era stato anticipato da tempo. L’amministratore delegato aveva avvertito che molte mansioni sarebbero state presto sostituite da un collega “più efficiente e meno costoso”: l’intelligenza artificiale.
In linea con questa strategia, il gruppo fondato da Jeff Bezos ha introdotto nuovi sistemi robotici avanzati, capaci di automatizzare fino al 75% delle operazioni nei magazzini e nella logistica.
Secondo gli analisti, questa rivoluzione potrebbe generare risparmi annuali per miliardi di dollari.
Le prime lettere di licenziamento partiranno nei prossimi giorni, mentre un secondo ciclo di tagli è previsto per l’inizio del 2026, dopo il picco delle vendite natalizie.
I reparti più colpiti saranno quelli delle risorse umane, della pubblicità e della gestione interna. Tuttavia, anche i lavoratori dei magazzini potrebbero essere interessati nelle fasi successive.
Con oltre 1,55 milioni di dipendenti nel mondo, Amazon rimane uno dei principali datori di lavoro globali. Tuttavia, il taglio del 10% tra i 350 mila dipendenti aziendali segna una svolta storica.
L’ultima riduzione significativa risaliva al 2022, quando furono eliminate circa 27 mila posizioni.
Secondo il New York Times, la trasformazione in corso potrebbe portare entro il 2027 alla perdita complessiva di 160 mila posti di lavoro, a causa della crescente automazione dei processi.
Il caso Amazon non è isolato. Anche altre grandi aziende tecnologiche statunitensi stanno riducendo il personale.
Microsoft ha annunciato in estate 15 mila esuberi, mentre Meta (la società madre di Facebook) ha licenziato circa 600 addetti della sua divisione AI.
Il settore tech si trova quindi in una fase di profonda trasformazione, in cui l’automazione e l’intelligenza artificiale promettono efficienza ma pongono nuove sfide sul fronte occupazionale.
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