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Pilota, architetto, fotografo e maestro di sci: in mostra i mille volti di Mollino

A cinquant'anni dalla morte, il Politecnico - di cui era docente - organizza la particolare esposizione tra foto, disegni e lavori

Pilota, architetto, fotografo e maestro di sci: in mostra i mille volti di Mollino

Mollino nelle vesti di pilota

Mollino architetto, Mollino fotografo, Mollino designer e progettista di interni, Mollino scrittore, Mollino docente universitario, Mollino pilota di auto da corsa e di aerei, Mollino maestro di sci. I mille volti del geniale, versatile, fantasioso, poliedrico, inquieto, curioso Carlo Mollino rivivono, a cinquant’anni dalla sua morte (avvenuta il 27 agosto del 1973), in una mostra allestita da metà dicembre a metà gennaio del 2024 all’Archivio di Stato di Torino. A organizzarla il Politecnico torinese, quel Politecnico dove Mollino insegnò, docente dal 1953 di Composizione Architettonica, e dove è conservato tutto il suo archivio personale e professionale, compreso quello del papà Eugenio, colui che progettò le Molinette. Una mostra che non vuole solo essere rievocativa - «non ce n’è bisogno - sottolinea Sergio Pace, insieme con Antonio De Rossi a capo del team curatoriale della rassegna -, lui è già famosissimo e riconosciuto a livello internazionale» -, ma per raccontare, attraverso la figura dell’architetto che regalò alla nostra città un capolavoro come il nuovo Teatro Regio, il passato, il presente e il futuro del Politecnico.

«Perché Politecnico significa molti saperi, molte tecniche, molte arti - è ancora Pace - e Mollino aveva competenze in moltissimi campi. Era architetto, al Politecnico formò una generazione di architetti, come Roberto Gabetti, ma ragionava alla pari con gli ingegneri, si era anche costruito un’automobile da corsa per correre la 24 ore di Le Mans, e con questa mostra vogliamo far vedere dove sta andando il Politecnico con questi maestri assoluti».


Dal corposo materiale d’archivio custodito nell’Ateneo, tra documenti, disegni, lettere, foto di architettura e quelle famose polaroid, scatti erotici in cui ritraeva in atteggiamenti provocatori le amiche che frequentavano l’appartamento-studio di via Napione 2 - «ma queste non ci saranno nella mostra sono già state viste più volte» anticipano dal Politecnico - sono stati selezionati disegni e fotografie di grande interesse, di facile lettura e sconosciuti per lo più al grande pubblico. Si va dai disegni piccolissimi, grandi come un francobollo, a quelli di audaci architetture moderne, del Teatro Regio, della Camera di Commercio, della Società Ippica Torinese, edificio che Mollino progettò nel 1936, quando aveva ancora solo 31 anni e che venne demolito 20 anni dopo (qui oggi sorge il liceo classico Vittorio Alfieri).


E poi i disegni delle case e delle ville alpine, il rifugio Lago Nero, capolavoro dell’architettura moderna montana, le fotografie scattate dall’aereo e molto altro ancora. In mostra anche un filmato del viaggio di Mollino in America e in Oriente.

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