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Moda, etica e sostenibilità
09 Aprile 2025 - 15:40
Un vestito, oggi, nasce per durare poco e invecchiare in fretta. Viene pensato per esaurirsi nel tempo di una stagione – o di un post su Instagram – per poi finire in discarica come rifiuto longevo. Dietro questa logica consumistica si cela un sistema produttivo iper-accelerato, che sfrutta manodopera sottopagata e confeziona capi di abbigliamento dal ciclo di vita effimero. Talmente breve che, spesso, non abbiamo nemmeno il tempo di affezionarci.
Eppure, un tempo era diverso. I vestiti più preziosi si tramandavano di generazione in generazione, erano simboli di cura, identità, legame. Come siamo arrivati a consumare moda al pari di uno snack confezionato? E soprattutto: è ancora possibile cambiare rotta?
Proprio da queste domande prende avvio l'incontro "La bellezza che cura – Talk RiVestiTo", in programma domenica 13 aprile alle ore 19:00 negli spazi di Green Pea a Torino. Protagonista della serata sarà Dario Casalini, imprenditore torinese del settore tessile e fondatore di Slow Fiber, rete nata nel 2022 come estensione naturale dell’esperienza di Slow Food, con l’obiettivo di promuovere una nuova visione del tessile: più etica, consapevole e sostenibile.
L’evento si inserisce all’interno del ciclo cittadino di giornate dedicate al tessile e all’economia circolare promosso dal progetto RiVestiTo, e si propone come un momento di riflessione pubblica per analizzare le contraddizioni dell’attuale sistema moda e offrire spunti concreti per un cambiamento culturale che parta dal basso.
Dario Casalini
Con quasi 30 aziende italiane, molte delle quali piemontesi, Slow Fiber riunisce realtà imprenditoriali che condividono una visione comune: produrre capi che abbiano un impatto minimo sull’ambiente, rispettino i diritti dei lavoratori e valorizzino le competenze artigianali, spesso radicate nei territori. Le aziende aderenti operano tutte in Italia, si avvalgono per almeno il 70% di fornitori di prossimità e investono almeno l’1% del loro fatturato annuo in progetti legati alla sostenibilità.
Il movimento si oppone con decisione al modello del fast fashion, che ha colonizzato il mercato globale con una produzione incessante e una logica di consumo compulsivo. Ma non si limita alla critica: propone alternative concrete e cerca di costruire una nuova grammatica del vestire, fondata su valori durevoli, cura per il bello, rispetto per il tempo e per le persone.
«La bellezza che cura» non è solo uno slogan evocativo, ma un invito a riconsiderare il nostro modo di consumare abiti. Perché ogni scelta di acquisto è anche un atto politico, capace di influenzare la filiera e di cambiare le regole del gioco. Dario Casalini, che da anni porta avanti la sua battaglia contro l’obsolescenza programmata dei capi, racconterà durante l’incontro il percorso di Slow Fiber e dialogherà con il team di RiVestiTo, per immaginare insieme un nuovo futuro possibile per il settore tessile.
L’appuntamento è gratuito, ma è necessaria la prenotazione tramite il sito ufficiale di Green Pea:
https://www.greenpea.com/evento/la-bellezza-che-cura-talk-rivestito/
Un’occasione per chi desidera guardare oltre la superficie dei tessuti, e scoprire che dietro ogni capo c’è una storia. Sta a noi decidere se vogliamo che quella storia parli di sfruttamento e spreco, o di rispetto, memoria e cambiamento.
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