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DIRITTI
14 Marzo 2023 - 20:03
Riconoscimento figli coppie omogenitoriali
Un grido «di civiltà» si alza dalla città della Mole per chiedere una legge che riconosca i figli delle coppie omogenitoriali. «Il caso di Milano è solo l’ennesima conferma che la legge italiana, purtroppo, non considera le bambine e i bambini in modo eguale. Continuo a ritenere questa non solo un’insostenibile diseguaglianza ma una vera e propria ingiustizia» commenta il sindaco di Torino, Stefano Lo Russo, in merito all’interruzione da parte del Comune di Milano delle trascrizione dei certificati di nascita dalle coppie omogenitoriali in Italia.
La sospensione arriva dopo una circolare del Prefetto di Milano che, secondo quanto si apprende, a sua volta ha interpellato il ministero dell’Interno. La prefettura ha fatto riferimento alla legge 40 del 2004, quella sulla procreazione medicalmente assistita, consentita solo a coppie formate da persone di sesso diverso
«La situazione giuridica di questi figli delle coppie omogenitoriali italiane - continua Lo Russo - è oramai diventata insostenibile. In continuità con chi mi ha preceduto ho attivato tutte le risorse della Città di Torino e ho accolto neomamme e neopapà che chiedevano solo una giusta tutela per i loro figli». Dopo l’ultima sentenza della Cassazione a sezioni unite, le circolari del Ministero dell’Interno e l’attivazione delle Prefetture, «è diventato impossibile proseguire nel tentativo di tutelare e rispettare quelle bambine e quei bambini» rimarca il primo cittadino.
«Come padre e come sindaco sostengo che è il momento di dire basta - conclude Lo Russo -. È giunto il momento di organizzare una grande alleanza tra tutte e tutti coloro che, come me, sono in prima linea e si trovano a dover respingere le corrette richieste e le aspettative di genitori che nulla vogliono se non il bene delle nuove e dei nuovi cittadini delle nostre città e del nostro Paese» L’invito che parte dal Comune di Torino - per bocca del sindaco - è rivolto a tutti gli amministratori ad unirsi «in una battaglia di civiltà non più rinviabile chiedendo insieme al Parlamento, come indicato dalla Corte Costituzionale, di legiferare con la massima urgenza risolvendo questa inaccettabile situazione».
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