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IL REPORTAGE

Cibo, vestiti e formazione per i più poveri: «Così la solidarietà diventa contagiosa»

Da due anni la Missione Padre Arsenio assiste 250 persone in difficoltà tra Falchera e Barriera di Milano

Cibo, vestiti e formazione per i più poveri: «Così la solidarietà diventa contagiosa»

In coda fin dall'alba per ricevere cibo e vestiti

Fatima e Mohamed si rincorrono in cortile, poi, giocano un po’ a “nascondino” mentre aspettano le loro mamme, che sono già in coda per ritirare i pacchi con i viveri e il vestiario in distribuzione presso il Centro di Carità Padre Arsenio alla Falchera nella storica sede del circolo culturale Sant’Efisio. In fila, in realtà, hanno lasciato i carrelli come fossero “segnaposto” mentre tengono gli occhi fissi sui bimbi e ai loro giochi. Non sanno che, di lì a poco, riceveranno anche dei nuovi abiti per la stagione estiva davanti a cui si illumineranno loro gli occhi, come fossero il più bel dono mai ricevuto.

Non solo stranieri, però, aspettano per le stesse ragioni: sono molti gli italiani, infatti, che si rivolgono al Centro anche per corsi di formazione e ascolto psicologico. Vengono dallo stesso quartiere, per lo più, ma anche dalla Barriera di Milano e dal Villaretto, come la signora Annalisa e la figlia Denise. «Siamo fortunati ad avere loro - spiega la mamma riferendosi ai volontari che organizzano la distribuzione all’interno -. Ma non solo per una questione materiale perché, qui, abbiamo trovato una comunità. Anzi possiamo dire una famiglia». L’unica speranza per chi ha poco o nulla, ma anche un’occasione per riprendersi in mano la vita e ripartire. Offrendo un aiuto a loro volta nell’organizzazione delle attività, come la spumeggiante Mirella. «La solidarietà, quando si riceve davvero, sa mettere in moto anche un meccanismo di restituzione che è diventata una vera e propria ragione di vita».

Stesso discorso che vale per Filomeno e Giuseppina: «Il bello di questo Centro è che ci permette di stare insieme e passare anche del tempo di qualità, magari aiutandoci gli uni con gli altri anche al di fuori». Ogni due settimane il Centro assiste un’ottantina di famiglie della periferia con prodotti di prima necessità, forniti al centro dal Banco Alimentare e dall’Esselunga, ma anche dal Banco Farmaceutico. «Le loro storie, spesso, sono molto drammatiche, ma tutti cercano di riscattare e riscattarsi da un passato difficile, senza abbandonarsi, anzi. Cercando di metterci ancora più impegno nell’aiutare chi come loro è in difficoltà» aggiunge Claudio Albera presidente della Missione di Carità Padre Arsenio. «Abbiamo scelto di venire qui come fossimo appunto in missione, perché questa è la vera Chiesa “in uscita” che predica anche Papa Francesco».

Intanto suor Roselda delle Suore di Maria Santissima Consolatrice organizza i pacchi insieme con la presidente del Consiglio comunale Maria Grazia Grippo in visita per il secondo “anniversario” del progetto. «Nei loro occhi non si legge solo gratitudine ma un nuovo slancio per riprendere le redini della propria esistenza» spiegano Grippo e suor Roselda. La stessa gioia con cui le famiglie vengono accolte da Luisa Merlino direttrice del Centro di carità Padre Arsenio. «Siamo qui anche per ascoltare le loro storie, facendo emergere altri bisogni a cui si tenta di dare una risposta. C’è chi è arrivato in Italia su un barcone, chi ha perso tutto con la pandemia». E qui, ha trovato una nuova speranza.

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