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LA BANDIERA GRANATA SALUTA

Benedetti lascia il Toro: ecco il discorso d'addio

Il responsabile del settore calcio se ne va dopo quarant'anni

Silvano Benedetti

Benedetti lascia il Toro dopo quarant'anni

L’ultima bandiera si è ammainata, il Toro ha perso uno dei simboli più belli e vincenti. Il cerchio si è chiuso definitivamente là dove tutto è iniziato, con Silvano Benedetti che ha dato l’addio dal Filadelfia. «Quando salgo su questo campo, mi emoziono sempre - ha detto per annunciare i saluti da responsabile della scuola calcio - e pensate che nell’80, quarantatré anni fa, il primo allenamento l’ho fatto proprio qui, al Fila: sono arrivato che non avevo ancora 14 anni, il calcio e il Torino mi hanno regalato tanto». Prima nel settore giovanile, poi in prima squadra, il suo cuore è sempre rimasto granata nonostante le esperienze in varie parti d’Italia tra Parma, Palermo, Ascoli, Roma e sul finire della carriera ad Alessandria e Chieri. «L’annata della coppa Uefa fu veramente stupenda, finita purtroppo su una traversa – una delle immagini risalenti al ’92 che Benedetti si porta dentro – e ricordo quell’annata e quei momenti con grande affetto: sono stato l’altro giorno davanti al bar Sweet e mi è venuta un’emozione grandissima perché è pieno di foto che vanno dallo scudetto del ’76 a oggi, vivere questa società è unico». Ora, però, ha deciso di dire basta, dopo che dai primi anni Duemila era tornato a guidare il settore calcio, quello dei più piccoli: «È un’attività che mi ha tolto anche tanto, perché quando si vive con passione il calcio non esiste pausa con la testa e momenti di relax – dice il classe 1965 per salutare il club di via Arcivescovado e il presidente Urbano Cairo – ma è talmente gratificante che auguro a tutti di fare questo mestiere». Le basi per tornare grandi anche a livello di giovani ci sono eccome: «La società sta migliorando sempre di più e sono sicuro che il settore giovanile tornerà ai fasti di un tempo, siamo già a buon punto – conclude Benedetti – e abbiamo sfiorato la finale con la Primavera, la meritavamo ma purtroppo il calcio è questo: mi auguro che nei prossimi anni arrivi lo scudetto che abbiamo sempre conquistato con grande orgoglio».

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