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Presidio di protesta

La lotta per gli alberi di corso Belgio finisce in tribunale. «Ricorso d'urgenza al giudice civile»

Prosegue il presidio di protesta del comitato "Salviamo gli alberi di corso Belgio", che annuncia: «Ci siamo rivolta a un avvocato»

I membri del comitato salviamo gli alberi di corso belgio

I membri del comitato "Salviamo gli alberi di corso Belgio"

Dura ormai da una settimana la resistenza del comitato cittadino “Salviamo gli alberi di corso Belgio” che ha piantato le tende lungo il corso, all’angolo con via Cossila, per fermare il taglio selvaggio degli aceri voluto dal Comune.

Il presidio del comitato in corso Belgio

Lo scorso 26 giugno, una cinquantina di manifestanti - tra di loro anche esponenti di Askatasuna - hanno fermato l’avvio dei lavori. Una parziale vittoria per il comitato, che dice fermamente “no” al progetto che cambierebbe il volto al viale alberato della Circoscrizione 7.

Per questo, i membri del comitato hanno chiesto l’aiuto dell’avvocata Virginia Cuffaro per curare il ricorso al giudice civile. Più nello specifico, si tratta di un ricorso d’urgenza a tutela del diritto alla salute. Il comitato, con il supporto legale, contesta la delibera del luglio 2022 per l’abbattimento degli alberi, argomento non più impugnabile da parte del Tar.

Il comitato di corso Belgio si è rivolto a un avvocato per salvare i suoi alberi

Si apre così una strada più tortuosa, ma supportata da sentenze della Cassazione e delle sezioni civili. «Le tentiamo tutte», commentano i manifestanti che sotto i gazebo continuano a raccogliere firme per supportare la loro petizione, alla quale si può aderire anche sul sito di change.org. «Chi volesse può trovare un foglio firme anche nella farmacia di corso Belgio 41».

Un progetto del 2021 che è nato male secondo Roberto Accornero, portavoce del comitato. «La delibera dell’ex assessore al Verde Unia considerava l’acero negundo invasivo - spiega Accornero -, ma la Regione Piemonte la indica come specie in categoria gestibile», cioè un albero che non deve essere eradicato, ma non più piantato. Inoltre, «gli alberi sono classificati in categoria B – chiarisce Roberto – quindi sono sani», e non a fine vita.

Lungo i 2 chilometri del corso sono stati già tagliati circa 10 alberi, «classificati in categoria D – prosegue Accornero – quindi malati, ed è giusto abbatterli». Il progetto, rivisto dall’amministrazione Lo Russo, ora prevede l’impiego di diverse specie arboree, dai tigli ai peri, dai biancospini ai noccioli per un totale di 269 alberi, 27 in più di quelli attuali. Una variazione che non convince il comitato. Tigli, peri e noccioli non hanno la stessa capacità che ha un acero di assorbire anidride carbonica. Oltre a non volere il taglio degli aceri del corso, unico presidio contro le isole di calore, il comitato chiede di piantumare nuove piante lì dove mancano. «Sono circa un centinaio», puntualizzano i manifestanti. 



Intanto, arrivano le prime risposte da Palazzo Civico, che si dice intenzionato a trovare una mediazione con i cittadini. «In estate la sostituzione delle piante sarà limitata alla prima parte del viale alberato», ha fatto sapere l’assessore al Verde Francesco Tresso. Una decisione presa «per far comprendere a tutti la bontà del restyling». La ditta incaricata dei lavori è pronta, a data da destinarsi, per abbattere 25 aceri malati e sostituirli con 44 tigli.

 

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