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TORINO NELLO SPAZIO

Il torinese sfida Elon Musk: la fabbrica di satelliti a Settimo

Space Industries: «Faremo 220 satelliti all'anno, previste 300 assunzioni»

Il torinese sfida Elon Musk: la fabbrica di satelliti a Settimo

L'amministratore delegato di Space Industries, Giuseppe Santangelo

Torino dall'automotive allo spazio: nasce Space Industries S.p.A, una nuova realtà specializzata nell’assemblaggio, integrazione e testing di satelliti fino a 500 chili.
Con un investimento complessivo di 15 milioni di euro, l’obiettivo è sicuramente ambizioso: in cinque anni arrivare a produrre 220 satelliti l’anno, serializzando la produzione e incrementando anche posti di lavoro prevedendo 300 assunzioni.

Alla guida del nuovo player aerospaziale, nel ruolo di amministratore delegato, Giuseppe Santangelo, esperto del settore che ha visto un potenziale nel territorio torinese. «Ho vissuto negli Stati Uniti molti anni per apprezzare la parte italiana: dopo 15 anni ho capito che bisogna investire in Italia. Perché è il momento giusto».

Il suo motto? «Portare lo spazio al centro». Inteso non solo nel porre attenzione al settore, ma anche in un senso più letterale: la Space Industries ha costruito il suo quartier generale nel prestigioso edificio, Palazzo Asinari di San Marzano, proprio nel cuore del capoluogo sabaudo. Lo stabilimento produttivo, invece, sarà a Settimo Torinese, in un’area strategica dal punto di vista industriale e logistico.


L’area produttiva si estenderà su circa 6mila metri quadrati, di cui la metà dedicate  alla Camera Bianca, ovvero dove ci si prende cura dei satelliti, dalla produzione alla rampa di lancio. Sarà una delle più grandi d’Europa e potrà ospitare fino a 40 satelliti in parallelo.

Come spiega Santangelo, avere nello stesso stabilimento la possibilità di assemblare e testare i satelliti permette di diminuire i tempi di produzione ma soprattutto i costi.
Sottolinea poi, come la Space Industries non voglia porsi come un competitor ma dedicarsi esclusivamente alla produzione aerospaziale (non della progettazione), mettendo il proprio comparto produttivo a servizio delle aziende.

«Un residence per satelliti», è stato definito definito: una «casa», con delle vere e proprie stanze private, in cui i clienti stessi potranno seguire la realizzazione dei propri progetti senza preoccuparsi della concorrenza. Questo permetterà all’impresa torinese di creare sinergie strategiche con più commissioni (fino a 40 satelliti in parallelo), per attirare il mercato spaziale verso Torino.

Il progetto nasce con il sostegno della famiglia Micelli, proprietaria Comat che, come ha dichiarato il suo procuratore Gianfranco Micelli, «finanzieremo l’impresa fino quando non riuscirà a camminare da sola. Inoltre mettiamo a disposizione le nostre competenze e indotto».

Un occhio anche verso l’automotive: un settore in difficoltà ma che può essere, secondo Santangelo, una grande risorsa.
«Infine - conclude Santangelo - il futuro è in mano ai giovani. Per questo collaboreremo con alcune scuole per formare tecnici e ingegneri. Vogliamo attingere sempre dal territorio e non dall’estero».

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