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Lavoro, è una mattanza: sei morti al mese nei cantieri del Piemonte, tre a Torino

Nella nostra regione nel 2024 ci sono stati 67 infortuni mortali, di cui ben 31 a Torino e provincia

Lavoro, quasi sei morti al mese in Piemonte. Tre morti ogni mese a Torino e provincia

Lavoro, quasi sei morti al mese in Piemonte. Tre morti ogni mese a Torino e provincia

Quasi sei morti al mese in Piemonte. Tre morti ogni mese a Torino e provincia. Quella sul lavoro nella nostra regione ormai è una vera e propria mattanza, come testimoniano gli ultimi numeri della Cgil Torino. Mentre la Cisl ha diffuso un report, basato sui dati Inail, secondo cui a gennaio 2025 si registra una diminuzione degli infortuni sul lavoro(-1,2%) ma un aumento considerevole dei decessi (+36,4%) nel confronto con gennaio 2024.

I morti nei cantieri
In Piemonte nel 2024 ci sono stati 67 infortuni mortali, di cui ben 31 a Torino e provincia. Dunque, si parla di quasi sei morti al mese nella nostra regione e di quasi tre decessi mensili in città e provincia. Inoltre, metà degli incidenti mortali nei cantieri piemontesi si sono verificati a Torino e provincia. A comunicarlo è la segreteria Cgil Torino. Sarah Pantò commenta così l’ultima tragedia, quella di Ramadan Ragarb Alaa Abdelkarim, deceduto dopo essere caduto da un’altezza di dieci metri mentre lavorava su un capannone a Leinì: «Ramadan Ragarb Alaa Abdelkarim era un cittadino egiziano ed è purtroppo un altro dei tanti operai morti in un cantiere, in un subappalto del nostro territorio. A tutti gli effetti, siamo davanti all’ennesima tragedia che era evitabile fin dall’inizio. I motivi sono sempre gli stessi: sicurezza ignorata, regole eluse, responsabilità scaricate. A questa vittima sul lavoro per due volte non è stata riconosciuta la dignità che meritava. In primo luogo, quella che gli spettava mentre lavorava senza le giuste condizioni di sicurezza, e in un secondo momento quella che gli spettava quando è stato abbandonato al pronto soccorso di un ospedale dai suoi colleghi che hanno finto un incidente domestico, nascondendo un infortunio. Non serve piangere dopo ogni morto - conclude Sarah Pantò - ma servono controlli, pene severe e, soprattutto, un cambio di mentalità».

Il rapporto Cisl
Da gennaio 2025 diminuiscono, in Italia, gli infortuni sul lavoro (-1,2%) ma salgono i morti (+36,4%) nel confronto con gennaio 2024. Per gli infortuni in itinere, cioè nel tragitto casa-lavoro, calano le denunce di infortunio (-2,9%) ma crescono i casi mortali (+16,7%). Lo dice la Cisl nel suo report semestrale su infortuni e malattie professionali, sollecitando un patto sociale mirato per proteggere la salute dei lavoratori. A cura del Dipartimento Salute e Sicurezza della Cisl, il report si basa su dati Inail. Dal confronto tra il secondo semestre dello scorso anno e lo stesso periodo del 2023 emerge uno scenario preoccupante: tra luglio e dicembre 2024 gli infortuni sul lavoro sono cresciuti dello 0,19% e gli incidenti mortali del 3,8%. In particolare le morti bianche sono state 1.077 in tutto il 2024, quasi tre al giorno.

A spiccare è però il dato delle malattie professionali, che segnano un eloquente +21,6%. Il sindacato riporta, inoltre, che a essere più colpiti da eventi lesivi sono soprattutto i lavoratori con più di 55 anni di età, indipendentemente dal genere. Non bisogna dimenticare poi il rilievo degli infortuni sommersi, vale a dire quegli eventi che non sono denunciati all’Inail a causa della natura irregolare del rapporto di lavoro, oppure per paura di ritorsioni o per il timore di cagionare conseguenze negative al datore di lavoro. Ma è pur vero che la sicurezza non è un costo, ma un valore imprescindibile per il nostro sistema produttivo e sociale. Ecco perché nel report si segnala la necessità di giungere a un nuovo patto sociale mirato a migliorare la sicurezza e la tutela della salute e invertire questo trend negativo. A partecipare sarebbero chiamati Governo, Inail, Ispettorato del lavoro e altre istituzioni pubbliche, aziende e sindacati.

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