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Lavoro & Crisi
12 Marzo 2025 - 17:50
Ci sono 11 aziende interessate a comprare la Diageo di Santa Vittoria d'Alba, il paradossale caso di un'azienda che non chiude per crisi - anzi: produzione e fatturato sono in aumento - bensì per semplice strategia industriale. Ma 340 lavoratori sono a rischio e il tempo stringe.
La notizia è arrivata nel corso del tavolo che si è tenuto in Regione, presenti anche i vertici dell’azienda, le rappresentanze sindacali, i sindaci di Alba, Bra e Santa Vittoria d’Alba e la Provincia di Cuneo. «Abbiamo voluto organizzare questa riunione in vista del tavolo che si riunirà la prossima settimana, il 18 marzo, al ministero del Lavoro - spiegano il presidente della Regione, Alberto Cirio, e la vicepresidente nonché assessora al Lavoro Elena Chiorino -. In quell’occasione la Regione avrà un incontro anche al ministero dello Imprese e del Made in Italy per fare il punto sugli strumenti che il governo mette a disposizione di chi deciderà di investire nello stabilimento. Come Regione e amministrazioni locali abbiamo ribadito la nostra ferma contrarietà alla decisione di chiudere lo stabilimento di Santa Vittoria e confermato il nostro impegno per salvaguardare posti di lavoro e produzione, ovvero le istanze che il territorio porterà compattamente a Roma la prossima settimana a tutela delle nostre comunità e del nostro territorio».
I vertici aziendali hanno spiegato che la casa madre non intende recedere dalla decisione di chiudere, ma anche che ci sarebbero undici aziende interessate a rilevare lo stabilimento. Diageo, sede italiana della controllante britannica, è una realtà ormai affermata - si tratta dello stabilimento ex Cinzano - della produzione di whisky e altri distillati: tra i brand, il Johnny Walker e il Gordon's Gin. E' anche importatrice del marchio Guinness. In tutto il Gruppo fattura oltre 13 miliardi di euro, con circa 4 di utili. Ma nonostante i numeri, le scelte industriali sono di trasferire la produzione, in quanto l'impianto viene giudicato "obsoleto" e la decisione è di concentrare investimenti in altri "siti strategici" in Italia. La chiusura dovrebbe avvenire a giugno 2026.
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