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Economia & Finanza

Banche italiane in crescita: perché i risparmiatori non ne beneficiano?

Utili netti per oltre 23 miliardi. Ecco quanti soldi ci sono sui conti degli italiani

Banche italiane in crescita: perché i risparmiatori non ne beneficiano?

Nel 2024, le principali banche italiane hanno registrato utili record, con i primi cinque gruppi bancari (Intesa Sanpaolo, UniCredit, Banco BPM, MPS e BPER) che hanno raggiunto un utile netto complessivo di 23,6 miliardi di euro, segnando un incremento dell'8% rispetto ai 21,9 miliardi del 2023. Questo risultato solleva una domanda cruciale: come sono stati ottenuti questi profitti? E i clienti ne hanno tratto beneficio?

Le ragioni dietro i profitti record

L’aumento degli utili bancari è stato determinato da diversi fattori:

  1. Aumento del margine d'interesse: La Banca Centrale Europea ha aumentato i tassi di interesse nel tentativo di contenere l’inflazione, consentendo alle banche italiane di beneficiare di un margine d'interesse più elevato. Nei primi sei mesi del 2024, i ricavi da tassi di interesse sono passati da 18,3 miliardi di euro nel 2023 a 20,2 miliardi di euro, con un incremento dell'11%.

  2. Crescita delle commissioni nette: Le banche hanno rafforzato il proprio business nei servizi di gestione patrimoniale e bancassurance, aumentando le commissioni dell'8% su base annua.

  3. Efficienza operativa: I costi operativi sono rimasti sostanzialmente stabili (+0,6%), migliorando il rapporto tra costi e ricavi.

  4. Riduzione delle rettifiche su crediti: Il miglioramento della qualità del credito ha portato a una diminuzione delle svalutazioni (costo del rischio), stabilizzando l’NPL ratio netto all’1,4%.

E i clienti? Un beneficio limitato

Nonostante gli ottimi risultati delle banche, i vantaggi per i clienti restano modesti. I tassi sui depositi sono rimasti bassi rispetto alla crescita dei tassi ufficiali della BCE, penalizzando i risparmiatori.

Tassi di interesse: l'Italia a confronto con l'Europa

Secondo i dati della Banca d'Italia, a gennaio 2024 i tassi passivi sui depositi in Italia si attestavano all’1,00%. In confronto:

  • In Germania e Francia, i tassi sui depositi risultano generalmente inferiori a quelli italiani.

  • In alcuni Paesi come Malta e Lettonia, le banche offrono tassi più elevati, arrivando fino al 4,1%.

Questo divario dimostra come i risparmiatori italiani ricevano rendimenti più bassi rispetto ad altre nazioni, nonostante la maggiore redditività delle banche italiane.

L’ammontare delle somme depositate sui conti correnti italiani

Secondo l’analisi della Federazione Autonoma Bancari Italiani (FABI), dopo due anni di calo, i depositi di famiglie e imprese sui conti correnti italiani sono aumentati di 19,8 miliardi di euro, raggiungendo 1.363,6 miliardi di euro (+1,5%. Anche se bisogna annotare che il 77,1% dei conti correnti vede depositati meno di 12.500 euro) Questo fenomeno evidenzia una tendenza alla maggiore liquidità, legata all’incertezza economica e alle politiche monetarie della BCE.

Rapporto sbilanciato

Il 2024 ha visto le banche italiane ottenere profitti record grazie all’aumento dei tassi d’interesse, alla crescita delle commissioni e all’efficienza operativa. Tuttavia, i clienti italiani hanno beneficiato in misura ridotta di questa crescita, a causa dei tassi bassi riconosciuti sui depositi e della prudenza nell'erogazione del credito. Il confronto con altri Paesi europei evidenzia una differenza nelle condizioni offerte ai risparmiatori, suggerendo che, sebbene il sistema bancario italiano sia solido e redditizio, la distribuzione dei benefici rimane fortemente sbilanciata a favore degli istituti di credito.

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