l'editoriale
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12 Ottobre 2021 - 10:21
Pochi, oggi, possono immaginare Torino come una città difesa da una imponente cinta di bastioni. La modernità ha livellato - letteralmente - la geografia urbana di Torino, così che è difficile intuire il percorso delle antiche mura di difesa. In un solo caso i vecchi bastioni di cinta sono ancora visibili: si tratta del tratto di cinta muraria presente ai giardini Reali, circa 800 metri lineari di muraglione preservato perché a due passi dal palazzo Reale e di diretta proprietà del re. Due torrette - il Bastion Verde ed il Bastione di San Maurizio - sono stati resi abitabili nel corso dei secoli, tanto da essere immortalati anche in un celebre quadro di Bernardo Bellotto.
In particolare, il Bastion Verde conserva pressoché integro il padiglione costruito dal geniale architetto cinquecentesco Ascanio Vitozzi, che aveva reso questo luogo una sorta di belvedere del giardino ducale; sotto, un lungo fossato cingeva Torino in modo da impedire l’assalto dei nemici. I Savoia erano particolarmente affascinati da questo angolo di città, tanto da realizzarvi due splendidi affacci sulla campagna, immersi nel polmone verde dei Giardini Reali. Si era nel Sei-Settecento, e da allora di cose ne sono cambiate: a cominciare dal progressivo smantellamento delle mura civiche, iniziato da Napoleone e proseguito nel corso dell’Ottocento. Oggi, questi muraglioni sono dei veri testimoni del passato guerresco e nobile della città e vanno preservati, anche se sono poco conosciuti e non visitabili. Di certo, non erano questi i pensieri degli urbanisti di Napoleone, che fecero del loro meglio per demolire i vecchi tratti di cinta muraria di Torino: essi pensavano di “aprire” la città verso la campagna, in ossequio ai più moderni criteri di urbanistica allora in voga. Soprattutto, intendevano eliminare le difese di una città che si aveva irriducibilmente combattuto contro i francesi nel corso dei secoli, pur di mantenere la propria indipendenza.
Ecco dunque che Torino ha perso i bastioni e la cinta muraria per impedire che quelle difese fossero utilizzate contro i nuovi dominatori. Una volta che fu sconfitto Napoleone, una volta passata l’epoca francese, Torino ormai era rimasta vedova delle sue antiche mura. I Savoia non ricostruirono l’imponente sistema fortificato: anzi, laddove erano state demolite le fortificazioni - come nel caso del Borgo Nuovo - semplicemente ordinarono l’edificazione di un nuovo quartiere residenziale. Torino cresceva a dismisura e le vecchie mura risultavano comunque poco pratiche: avrebbero diviso in due la città, creando delle situazioni davvero scomode per la viabilità.
Sono contestualmente sparite anche le antiche porte cittadine, delle quali si è salvata la sola Porta Palatina; di altre resta appena il toponimo, come nel caso di Porta Nuova, diventata - da accesso alla città - la stazione centrale.
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