Ricordo una domenica di maggio di quarant’anni fa quando un magnifico veliero Sangermani gettò l’ancora di fronte al porticciolo deserto di Andora. Pioveva e c’era vento. Da una finestra della piccola capitaneria un ufficiale puntò il binocolo per osservare quel legno fantastico e notò uno strano andirivieni di un gommone, con due uomini a bordo. E degli strani borsoni rossi che venivano scaricati uno dopo l’altro. Intuì un traffico illecito o fu pura curiosità? Non lo sapremo mai. Fatto sta che i militari, sul molo, trovarono un tesoro in hashish. E gli imprenditori, uno anche noto per la sue notti sfrenate, finirono in galera. La droga, come confessarono, era diretta al mondo che entrambi conoscevano meglio: quello delle notti a champagne e caviale. E gli atti del processo spiegarono più tardi che questi cittadini fino ad allora candidi come agnellini per la giustizia, sognavano il colpo grosso alla faccia di chi si stonava ogni sera con spinelli ed altro. Ma i nomi della clientela vip non vennero mai fuori. Capiterà lo stesso dopo il colpaccio della polizia che ha bloccato un altro gigantesco traffico di droga alle porte di Torino. Al posto del veliero c’era un tir ma la droga era la stessa. Quasi 350 chili da pagare in contanti con 500mila euro, già impacchettati e scrupolosamente contati. Anche questa volta a gestire il traffico due imprenditori di abbigliamento, praticamente incensurati. A mezza bocca hanno fatto capire che era la droga per i vip, a Torino, Milano e in Sardegna. Ci sono sempre loro insomma, i vip, sullo sfondo di questi traffici. Dunque viene da immaginare che conoscendo i nomi e identificando i consumatori forse sarebbe più facile fare il mestiere degli investigatori. Insomma capovolgendo il ruolo dei protagonisti. Bloccando chi fuma, sniffa o si fa di eroina, per sventare i traffici. Pura fantasia, me ne rendo conto...
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