Lo svecchiamento (e snellimento) della ex Fiat è cominciato: per tre che se ne vanno, solo uno entrerà. Via la forza lavoro ormai vicina alla pensione, dentro giovani dalle competenze più in linea con il futuro del mondo automotive, ossia l’elettrico, le nuove tecnologie, l’intelligenza artificiale, ma anche le politiche ambientali. Dopo i cento addetti dello stabilimento Maserati di Grugliasco, accompagnati alla pensione con una serie di incentivi (e si parla di un paio di centinaia di operai anche a Mirafiori interessati a questa soluzione), ieri Stellantis ha presentato le cifre e una bozza di accordo alle rappresentanze sindacali: sono circa 350/400 gli «enti di staff non produttivi», ossia impiegati e tecnici, in esubero per i quali si utilizzerà lo strumento dei contratti di espansione, uno strumento che prevede lo “scivolo” pensionistico di sessanta mesi, permettendo al lavoratore di lasciare in anticipo, ma senza rimetterci nulla nell’indennità. Le assunzioni di giovani, però, saranno un terzo delle uscite. Nella proposta alla segreterie nazionali dei sindacati, Stellantis ha inserito anche una riduzione di orario del 20%, utilizzando la cassa integrazione (che viene concessa proprio alle aziende che scelgono lo strumento dei contratti di espansione) per attività di formazione. «Accogliamo positivamente» la proposta, scrivono in una nota congiunta le segreterie di Fim-Cisl, Fiom, Uilm, Fismic, Ugl, Aqcf. Fanno però notare di aver richiesto anche una sorta di bonus economico come incentivo, ma su questo - a differenza di quanto avverrebbe per gli operai - Stellantis ha risposto picche. La bozza di accordo è su numeri bassi, ma la sensazione è che questo sia solo l’inizio della ristrutturazione che dovrà accompagnare il piano industriale cui sta lavorando l’amministratore delegato Tavares. Un piano che potrebbe portare anche a un clamoroso accorpamento di Mirafiori (dove si sta raddoppiando la produzione della 500Bev) e Grugliasco. Ma per capire meglio il risiko dirigenziale, bisogna ricordare che ora Stellantis è il quarto produttore mondiale e le sue strategie sono gloabli: galleggiano tra 700 e mille le posizioni lavorative richieste, in questo ultimo anno, dal Gruppo, ma solo poche decine sono in Italia. Le assunzioni più massicce al momento riguardano stabilimenti in Francia e negli Usa. Per l’Italia, occorre attendere il completamento della nuova mappa produttiva (linee elettrificate a Melfi, gigafactory a Termoli, forse un nuovo motore elettrico da assemblare a Torino, di certo un cambio automatico, circostanza questa che fa temere per le sorti di addetti alla produzione dei vecchi cambi per i motori termici). Per il momento, con la nuova cassa integrazione concessa dal governo può pagarsi lo snellimento delle linee produttiva e il ringiovanimento e la formazione di operai e tecnici.
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