Non osate pronunciare la parola “nucleare” come una possibile soluzione alla guerra del gas che ci sta mettendo in ginocchio. Anzi, non pensateci proprio, l’atomo non piace ai 5 Stelle che hanno scelto e nominato il ministro-scienziato (in aspettativa dal colosso pubblico Leonardo) e dunque si andrà avanti con il gas naturale, aspettando l’idrogeno. E rimettendo nel cassetto persino l’ipotesi di mini reattori. Dimostrando così che l’Italia in materia di energia è in ritardo di almeno un ventennio e dovrà accollare il prezzo e i danni alla società. Soprattutto alla fasce più deboli. Dunque non riempiamoci la bocca di frasi roboanti come la “scelta green”, visto che i rincari che troveremo in bolletta a partire dal 1 ottobre sono dovuti al boom dei fossili. E alla nostra acquiescenza. Un contesto in cui la pessima notizia che non ci saremmo aspettati dopo la pandemia più cruda (a cominciare dai nostri politici che ora invocano san Draghi affinché trovi i quattrini per ridurre l’Iva, le accise o inventi un qualche bonus) è che i rincari non riguardano solo la luce e il gas. L’aumento delle bollette dell’energia avrà effetti a cascata su tutti i prezzi e le tariffe, coinvolgendo i generi alimentari e i trasporti, per allargarsi a tutta la filiera produttiva. Le Associazioni dei consumatori stimano che la stangata annua solo per le forniture di luce e gas possa incidere per una famiglia di quattro persone da 250 a 500 euro, facendo poi lievitare questa somma fino a 1.500 euro mettendo nel conto i generi alimentari, il costo di benzina e gasolio e, come si può immaginare, la speculazione che già corre per esempio su prodotti come il pane e la pasta. Dando atto al ministro che ha avuto almeno il coraggio di scoperchiare la pentola prima che ci trovassimo la stangata in bolletta (“Certe cose - ha detto - non si possono tacere”), ora la patata bollente va in qualche modo raffreddata. Come, non si capisce. E intanto un milione di famiglie italiane sono già sul piede di guerra. Lecito, mi pare. beppe.fossati@cronacaqui.it
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