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Il rito blasfemo del sabato sera

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Nell’altalena del Covid, crescono i contagi e - grazie a Dio - diminuiscono i ricoveri. Un passo indietro e un passo avanti così come ci ha abituati questo virus che noi stiamo combattendo con i vaccini, con le mascherine e con il sapone. Mentre scrivo però l’altra faccia della medaglia, quella che si proclama No Vax, No Green Pass, e soprattutto irride la scienza dimenticando magari che se sono ancora vivi, lo devono a chi studia per combattere la pandemia, sta sfilando per Torino. Secondo il rito quasi blasfemo del sabato di protesta. Piazza Castello, poi via Po. E chi se ne frega se la gente scappa dai negozi, lascia i bar e cerca rifugio. Attenzione, non tanto dalle possibili battaglie (la polizia c’è, eccome) ma piuttosto dal rischio degli untori. Quelli che il tampone lo fanno solo per entrare in fabbrica, in ufficio, a scuola. E purtroppo pure in ospedale visto che i camici bianchi che rifiutano il vaccino sono almeno 1.500 nei nostri ospedali. Il tutto ovviamente senza mascherina. La democrazia insegna che manifestare è un diritto, e io aggiungerei pure sacrosanto. Ma quanto può andare avanti questa litania mentre gli scienziati (che loro beffano) ci dicono che con questi numeri, statisticamente parlando, si viaggia verso la soglia dei 30 mila contagi al giorno? L’interrogativo che tormenta le notti di Draghi potrebbe trovare una risposta in un lockdown differenziato che piace pure al nuovo sindaco Stefano Lo Russo. Un provvedimento con una zona gialla riservata a chi ha detto no alla siringa e il divieto per costoro di entrare in bar, ristoranti, cinema e teatri anche se hanno fatto il tampone. Mi chiedo se “loro” contemplano come possibile la soluzione. E anche che cosa faranno per rovinare il Natale a se stessi e altri altri. beppe.fossati@cronacaqui.it
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