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L’orgoglio ferito di Vladimir Putin

incrociatore russo
La notizia del giorno in questa guerra che ormai appare infinita, riguarda l’incrociatore Moskva, nave ammiraglia russa nelle acque del mar Nero, che sta lentamente affondando, piegata su un fianco dopo essere stato devastata da almeno due terribili esplosioni mentre viaggiava sotto costa probabilmente per bombardare i porti di Mariupol e Odessa. Kiev sostiene di aver colpito l’incrociatore con due missili Neptune. Mosca parla di una esplosione a bordo e spiega che ora stanno rimorchiando la nave verso un porto. In entrambi i casi, è un colpo al prestigio russo e in particolare all’orgoglio militare di Putin. Secondo gli esperti occidentali e in particolare l’autorevole Naval News, l’azione militare che ha portato a centrare lo scafo con missili di fabbricazione ucraina sarebbe stata agevolata dai servizi segreti occidentali con l’ausilio di droni Tb2 di fabbricazione turca che avrebbero tracciato la rotta dell’incrociatore, rendendo possibile il preciso lancio dei Neptune. Mosca, come detto, sostiene che si è trattato dell’esplosione di un magazzino di munizioni. In ogni caso l’unità sembra spacciata e 500 uomini sono stati tratti in salvo con non poche difficoltà. L’episodio, che si unisce ad altre due (o forse più) azioni di sabotaggio ucraine in territorio russo, non ha fatto che inasprire le tattiche di guerra dello Zar. Secondo gli 007 del Regno Unito Putin avrebbe ordinato infatti una nuova offensiva nelle regioni orientali dell’Ucraina, prendendo di mira le città di Kramatorsk e Kostiantynivka, mentre continua a crescere la tensione sul Baltico. Così, esaminando la cartina che comprende non solo i territori oggetto dell’invasione, è facile capire come Putin ora si trovi a fronteggiare non soltanto i confini con l’Occidente dai quali passano tutti i rifornimenti di armi e munizioni compreso il vettovagliamento per militari e civili sull’orlo della fame, ma anche quelli (assai vasti) con la Finlandia che ha chiesto di unirsi alla Nato assieme alla Svezia, rompendo di fatto lo stato di neutralità nucleare del Baltico. Non a caso l’ex presidente russo Medvedev, considerato il vero partner politico di Putin, ha fatto sapere che «Mosca dovrà adottare le necessarie contromisure», mentre truppe corazzate stanno raggiungendo i confini con una manovra assai simile a quella registrata alla vigilia dell’invasione ucraina. Tattica, molto probabilmente. Tuttavia la tensione continua a crescere mentre circolano le prime immagini di Mariupol trasformata in un ghetto che risvegliano memorie tragiche e lontane nel tempo, con i civili “convinti” ad indossare una fascia bianca sugli abiti, dichiarando così il sostegno all’invasione russa. Mentre, ora dopo ora, sale il numero dei civili, compresi centinaia di bambini, già deportati in territorio russo.

beppe.fossati@cronacaqui.it
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