Botta e risposta tra gli Usa e Mosca. Biden promette l’invio di armi entro 24 ore ai reparti ucraini, Putin minaccia bombardamenti mirati sui convogli che trasportano lanciamissili ad alto potenziale, droni-kamikaze e cannoni da 155mm a lunga gittata. Il tutto in un clima che cancella ogni possibilità di una tregua pasquale e ignora le accorate parole del Papa. Non ci sono e non ci saranno cessate il fuoco e corridoi umanitari in questi giorni in cui tutte le confessioni cristiane e ortodosse celebrano la resurrezione di Gesù. La guerra va avanti. Ma non solo: l’affondamento del Moskva, il cacciatorpediniere russo colpito da due missili Neptune ucraini, rischia di assumere un significato non solo simbolico: Putin potrebbe usarlo come pretesto per sferrare altri attacchi cruenti, mentre gli alleati sono tentati di ampliare l’arsenale della resistenza (gli Usa in particolare) perché incoraggiati dai successi della resistenza. Un clima di rinnovata violenza militare che si è già palesata con numerosi bombardamenti su Kiev, dopo il relativo silenzio dei giorni scorsi che aveva riportato un qualche spiraglio di vita civile nella capitale, anche accompagnato dalla riapertura di qualche negozio. In realtà i russi hanno mirato ad una fabbrica di apparati militari “anti nave” e ad alcuni reparti di volontari provenienti dalla Polonia. In poche ore si è aperto un nuovo capitolo della guerra che si riferisce ai bersagli dei bombardieri e dei missili russi. Mosca mira agli arsenali militari, ma anche ai magazzini apparentemente segreti dove si custodiscono le armi, alle vie di comunicazione in particolare alle strade, ai ponti e alle ferrovie puntando a fermare i convogli provenienti dall’Occidente. Con il comprensibile rischio che il conflitto conflitto possa allargarsi ben oltre i confini della sfortunata Ucraina. Insomma chi immaginava che la guerra si sarebbe ridotta con una muscolare conquista del Donbass e del corridoio che Putin rivendica da sempre per lo sbocco sul mare di Azov, ora teme che - sotto la guida del nuovo comandante militare delle truppe russe - si possa ampliare il raggio d’azione di eventuali rappresaglie. Con un dubbio no da poco: si limiteranno al territorio ucraino come è già avvenuto in questi cinquanta giorni di guerra, oppure la Russia rilancerà la sua sfida prendendo di mira i Paesi aderenti alla Nato? Un’opzione, quest’ultima che si considerò accantonata quando, alla richiesta di Zelensky di fornire tank e oprima ancora caccia, l’Occidente rispose con un rifiuto. Ma che potrebbe tornare ad incombere con le armi di offesa in arrivo dagli Usa o dai comparti militari dell’Onu. Come dire che sotto le ceneri dell’invasione potrebbe esserci il fuoco di quella che il papa definisce “la terza guerra mondiale a pezzi”.
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