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Torino violenta? (solo al cinema)

pistola grilletto (Depositphotos)

(foto di repertorio depositphotos)

Torino violenta è un film del 1977, un concentrato di episodi criminali che costò appena 60 milioni di lire al produttore e incassò più di un miliardo. Segno che, già ai tempi in cui la periferia si tingeva di blu per via delle tute appese ad asciugare ai balconi, il crimine faceva cassetta. Sceneggiatura basata sulla prepotenza di una banda di mafiosi e di delinquenti francesi, rapine, spari a volontà, ragazze rapite e gettate sul marciapiede. George Hilton, il biondo che impersonava il commissario Moretti, scoprì subito che dietro c’era la droga. Il collante maledetto di violenze di stupri. Il film fu un affare ma non piacque affatto a chi aveva di Torino una visione ben diversa. Ma il titolo restò lì, appiccicato come una patella ad uno scoglio, a testimoniare, già allora, un certo malessere sociale che sfociava in delinquenza. Poi vennero le bande vere, i catanesi che sparavano in pieno centro, le rapine sanguinose. E infine il terrorismo con le sue vittime innocenti e illustri. Il ricordo di queste vecchie storie mi torna in mente di fronte ai video che ritraggono un uomo a torso nudo che ne insegue un altro con un coltellaccio in pugno (oggi già libero dopo la direttissima in tribunale!) e altri ancora di vere e proprie battaglie tra giovani, spesso nordafricani, che si affrontano con bottiglie rotte, coltelli e bastoni. Delinquenti da strada che vivono vendendo droga, fantasmi messi in strada dalla malavita che non si sporca più per una bustina di coca. È la nuova frontiera del crimine, il peggiore per chi abita le nostre periferie che non sono “di frontiera” come vorrebbe qualcuno che le ha bollate così, ma semplicemente quartieri poco protetti. Specie contro lo spaccio. Basterebbe, credo, usare il pugno duro contro gli sbandati e tenere in galera chi delinque. Torino violenta è, e resta, solo l’etichetta di un vecchio film.

beppe.fossati@cronacaqui.it
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