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Troppi nodi al pettine

torino luce
Mentre i grandi analisti finanziari descrivono la nostra economia in crescita, mostrando i grafici del Pil che continua a salire, altri numeri raccontano di una crisi strisciante, che diventa sempre più palpabile. Come se dopo le terribili previsioni che hanno accompagnato gli ultimi anni di pandemia, fossimo arrivati d’un tratto al tempo in cui si passa dalle parole ai fatti e i nodi arrivano al pettine. Tutti insieme, aggrovigliatissimi. Ancora più difficili da sciogliere perché dopo il Covid sono arrivate la guerra e la siccità, la crisi energetica e ambientale, le speculazioni. E l’austerity. Rischiano di essere tempi bui.

In tutti i sensi. Perché non siamo ancora ai livelli di Hannover, in Germania, dove da fine luglio l'acqua calda è sparita da tutti gli edifici pubblici, docce incluse. Ma anche le città italiane, visto che un regolamento dell’Ue entrato in vigore lunedì lo impone, cominciano a ragionare su come ridurre i consumi energetici. A Torino, oltre che abbassare il riscaldamento negli uffici e nelle scuole, si è deciso di ridurre la potenza dei lampioni. Di poco, certo. Soltanto dopo l’una di notte. Ma la decisione (che ci auguriamo riguardi le strade del centro, come quelle di periferia) resta un fatto senza precedenti.

E poi c’è l’auto-austerity, quella delle famiglie, che si barcamenano come possono per non andare sotto a fine mese. Con la corsa partita nei giorni più caldi dell’estate a trovare una stufa per i mesi freddi, mentre il prezzo del pellet schizza alle stelle. E poi ci sono le multe e le tasse. Che per un po’ si è avuta l’impressione di poter non pagare. Ma poi il blocco dei pignoramenti deciso durante il lockdown è stato tolto. E adesso sta arrivando il conto (salatissimo) ai contribuenti. Con 10mila lettere che avvisano del fermo imminente di un veicolo ogni mese. E circa 80mila auto bloccate. Le chiamano ganasce fiscali, ma l’effetto è lo stesso di quelle in acciaio dipinto di giallo che una volta venivano avvitate alle ruote. Ed è vero che per togliere i bulloni si può anche rateizzare. Ma bisogna avere i soldi per poterlo fare.

stefano.tamagnone@cronacaqui.it
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