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C’era una volta la vostra banca

Bancomat

Foto Depositphotos

C’era una volta la banca di famiglia, quella quasi sotto casa, dove prima il nonno e papà avevano affidato i propri soldi. E i risparmi di una vita. C’era il direttore a cui confidare un problema, chiedere un prestito, affrontare un mutuo. Una persona, non un computer che di te sa calcolare solo rischi e benefici, ovviamente a favore dell ’istituto di credito.

C’era il cassiere con cui scambiare due parole, specie sotto Natale quando dalle sue mani ricevevi la sospirata agenda e il calendario prossimo. Un mondo che non c’è più perché le banche chiudono gli sportelli, riciclano i direttori, fanno a meno sempre di più dei cassieri. Il contante interessa poco, tanto “il nero” finisce nelle cassette di sicurezza, gli assegni stanno facendo la fine del fax. Ossia svaniscono, le cambiali sono un ricordo e le ricevute bancarie viaggiano on line.

A nessuno, nei piani alti dei grattacieli, frega nulla del pensionato che non sa usare l’app dell’istituto e che bisogna aiutare anche quando lo si convince ad usare il bancomat. Dunque forbici alla mano le filiali chiudono e compaiono i primi cartelli “Vendesi”. Torino e il Piemonte sono tra i più penalizzati nel nord Italia: significa, ancora una volta, che Milano resiste e il Veneto pure. Qui tra fusioni e tagli al personale, con l’aiutino del Covid e la spinta delle digitalizzazione, sono stati chiusi nel 2021 158 sportelli, di cui 56 a Torino.

Come dire almeno due per quartiere. E così si va a comporre una nuova mappa del disagio dove 713 comuni e mezzo milione di persone non hanno più una banca vicino a casa. Dimenticavo, si chiudono anche i bancomat, perché gestirli costa. Un consiglio: quando la vostra banca di famiglia chiude la bottega, fatevi furbi, cambiate banca, magari a favore di una piccola che crede ancora che esistano le persone.
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