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Il grande fratello che odia lo smog

ZTL (Limited area)

Fonte: Depositphotos

Pare davvero che Torino abbia deciso di fare la guerra allo smog, peggio a quelle polveri sottili che ne fanno una delle città più inquinate d’Italia. E che si prepari a confezionare una gigantesca “Ztl ambientale” (da non confondere con quella che isola il centro dai comuni mortali) che andrà da corso Novara a corso Dante e da corso Lecce fino al Po. Come dire quasi tutta la città, escluse le periferie più lontane e, ovviamente, la collina.

A livello di regole non cambierà nulla, visto che le limitazioni al traffico continueranno a essere quelle imposte dal “protocollo del bacino padano” che blocca la circolazione delle auto più vecchie quando sale lo smog. Cambieranno invece i controlli, non più affidati a una pattuglia di vigili urbani, ma a 80 telecamere talmente intelligenti da multare i trasgressori. Un grande fratello che non farà sconti e, oltre a proteggere l’ambiente, contribuirà ad arricchire le casse del Comune e forse anche quelle della Regione, visto che tocca alla giunta Cirio acquistare e montare questi aggeggi spara verbali.

Da automobilista convinto rabbrividisco, da cittadino devo ammettere che qualcosa va fatto per proteggere la nostra salute, e non solo per punire i furbetti. Ma con la dovuta attenzione. A Torino fare a meno dell’auto è complicato: la metrò per ora è poco più di un trenino di Gardaland, tram e pullman sono pochi e sovraffollati e non c’è una piattaforma che li colleghi ai treni locali. Dunque facciamo la guerra allo smog, anzi facciamola con durezza ma prima offriamo un’alternativa decente a chi si muove non per diletto, ma per necessità o per lavoro. Nel frattempo, magari, mandiamo in pensione quei bus che inquinano come ciminiere su e giù lungo i viali di quella che sarà il nostro nuovo Eden.

beppe.fossati@cronacaqui.it
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