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Patrimoniale camuffata

Patrimoniale camuffata

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Ci sono bocconi difficili da mandar giù, specie in tempi come questi in cui il carovita graffia ferocemente le famiglie. E la nuova direttiva dell’Unione europea per le abitazioni “green”, che impone interventi di pesanti ristrutturazioni sul nostro patrimonio immobiliare, è particolarmente indigesta. Per i costi stratosferici che possono ricadere sulle famiglie e anche per il sospetto - ovviamente respinto al mittente dai soliti burocrati d’oltralpe - di una colossale patrimoniale camuffata che potrebbe erodere proprio il bene casa, forse l’unico tesoretto che ci è rimasto. Per capire la portata della tegola che ci sta per precipitare sul capo, sostiene la Confartigianato Edilizia Piemonte, la direttiva imporrebbe di rifare una casa su due, coinvolgendo oltre 9 milioni di immobili, per una ipotesi di spesa (a livello nazionale) di oltre 1.400 miliardi di euro. Lecito chiedersi se questo è il prezzo che noi possiamo pagare in nome e per conto della riduzione delle emissioni e dei consumi energetici. Ma le comunicazioni su questo piano che dovrebbe completarsi entro il 2030, scarseggiano. Poco ne parla la Ue, impegnata a ratificare la norma entro pochi mesi e tace il governo su possibili aiuti economici. Uniche voci a levarsi con toni giustamente allarmistici sono le associazioni di categoria, le quali sono già impastoiate da una ragnatela burocratica di centinaia di adempimenti per soddisfare le detrazioni fiscali edilizie e per il benedetto (o viceversa) bonus 110 per cento. Le quali, e veniamo all’osso, stimano costi per famiglia tra sostituzioni di infissi e caldaie, cappotti e altre quisquilie, una spesa media variabile tra i 30 e i 50 mila euro a famiglia, calcolando queste cifre su un condominio medio con una ventina di appartamenti. Stima che ci porta a quella parolina temibile ma non poi così astrusa: una patrimoniale camuffata con i mattoni. beppe.fossati@cronacaqui.it
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