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Il piatto sporco

Il piatto sporco
La città si sta preparando ad affrontare un’altra bufera che ricorda i tempi più bui della Repubblica: la lunga notte del terrorismo. Il timore che la vicenda che riguarda l’anarchico Alfredo Cospito possa degenerare in atti di violenza, con l’effetto di una lunga scia di sangue, pervade i responsabili della sicurezza. Torino si attrezza per essere pronta ad ogni evenienza, per cercare di incanalare il dissenso e le proteste nell’alveo delle legalità. Parte di rilievo di questa attività spetta al questore, responsabile della sicurezza e dell’ordine pubblico sul territorio e, nello specifico, alla Digos, la vecchia polizia politica, riformata da più di quarant’anni, secondo criteri ispirati ai valori della democrazia. «Il nostro impegno, specie di questi tempi - fanno sapere in questura - è quello di mettere in atto ogni forma di prevenzione». Più concretamente, gli investigatori della Digos, coordinati dal dirigente Carlo Ambra, ma anche i carabinieri del Nucleo informativo, comandati dal colonnello Gabriele Porta, concentrano i loro sforzi “nell’attenzionare”, per usare un brutto termine tecnico, «quelle persone che potrebbero creare problemi». Militanti dell’area anarchica con precedenti specifici. In modo particolare, gli investigatori guarderanno con particolare attenzione alle relazioni instaurate di recente riguardo i contatti con esponenti o «collaboratori contigui» alla criminalità organizzata. Già, perché sono proprio le mafie a volere l’abolizione del 41 bis. «La bagarre che si è scatenata in favore di Alfredo Cospito - dice Gian Carlo Caselli - è un piatto sporco in cui possono mettere le mani personaggi di ogni tipo, animati anche dai propositi più diversi. Non vorrei dare ragione al ministro Carlo Nordio che accusa chi dissente da lui di vedere la mafia dappertutto. Ma attenzione, quando si parla di 41 bis, la mafia che vuole abolirlo a tutti i costi, è sempre pronta ad approfittarne». E questo è un fronte, ma ne esiste un altro, quello della possibile saldatura tra il movimentismo antagonista con l’individualismo anarchico. Due mondi diversi e da anni in conflitto, ma che sulla vicenda del 41 bis sembrano essersi riavvicinati. Fin qui il piano investigativo, ma la prevenzione riguarda anche aspetti concreti, come quelli delle telecamere di sorveglianza dislocate in tutta la città. Proprio in questi giorni, infatti, dopo un’attenta verifica, sono state individuate e prontamente riparate o sostituite quelle guaste o troppo vecchie, in una percentuale di circa il 15%. A oggi, in effetti, il “Grande Fratello” della sicurezza riesce a coprire gran parte delle vie e delle piazze di tutta la città. La problematica che più preoccupa, però, è l’individualismo esasperato delle frange insurrezionaliste. Azioni personali, non coordinate e frutto dell’iniziativa di ciascuno. Atti che potrebbero avvenire ovunque e contro un qualunque obiettivo. Per gli appassionati delle serie Netflix, potrebbe accadere come nei “Favoriti di Mida”, ma al contrario. Un sequel spagnolo immaginato in un contesto sociale di proteste violente e di guerriglia urbana, dove si confrontano forze oscure e segrete e dove anche il tutori dell’ordine pubblico e di quello giudiziario sono costretti ad un’inevitabile resa. marco.bardesono@cronacaqui.it
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