Sogni infranti e urne deserte

La politica delle promesse mancate. E dei sogni infranti. Perchè dietro ad ognuna di quelle 25mila imprese piemontesi che adesso rischiano di fallire ci sono decine di migliaia di famiglie e un numero infinito di clienti ciascuno con la propria storia e i propri progetti di vita.  È questa la sintesi del blocco del superbonus 110 per cento che ai tempi ci fu “venduto” come il pilastro fondamentale del piano Marshall con cui avremmo dovuto risorgere dopo il disastro economico della pandemia. Ora con il blocco della cessione dei crediti e degli sconti in fattura di fatto si ferma un mondo con il rischio che i ponteggi arruginiscano sulle facciate e i cantieri si fermino per sempre. Il tutto al netto dei furbetti e soprattutto dei mascalzoni che hanno drogato il meccanismo, incassato miliardi e fatto fessi i controllori che qualcuno ha dimenticato di controllare. A pagare il conto come al solito sono i cittadini onesti che ora dovranno probabilmente dare fondo ai risparmi (ammesso che li abbiano) per non dover rinunciare ai benifici che l’edilizia moderna può dare. Uno schiaffo in faccia che assomiglia tanto a quello rifilato alle 20mila lavoratrici a cui era offerta la possibilità di andare in pensione con 35 anni di contributi e almeno 58 anni di età. I nostri governanti l’avevano chiamata “opzione donna” accendendo anche qui speranze e nuovi progetti di vita. Stop anche per loro: l’opzione non è stata rinnovata, a meno che entro il 28 febbraio non avvenga un miracolo inatteso. Due aspetti quello del bonus dei miracoli e dell’opzione donna che mortificano il portafoglio ma soprattutto le aspettative di vita delle persone. Non stupiamoci poi se le urne restano vuote. beppe.fossati@cronacaqui.it