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Quei pietosi teli bianchi

Sea sand against blue sea water, space for text. Summer backdrop

Foto: Depositphotos

Quell’immagine dei teli bianchi che punteggiano la spiaggia di Crotone, coprendo pietosamente i corpi delle vittime dell’ultimo tragico naufragio, sono forse la peggiore cartolina che il mare possa inviare ai potenti dell’Europa, additando responsabilità e invocando soluzioni. Ancora una volta, come purtroppo in tante altre occasioni queste sono morti annunciate. Quasi sessanta, mentre scriviamo, insieme a due gemelli e a una bambina a cui non è ancora stata restituita la dignità di un nome. Sul telo che ricopre il suo corpicino solo una sigla: Kr14f9. Ossia “Crotone, vittima numero 14, femmina, età approssimativa 9 anni”. Sul vecchio moto peschereccio che si è spezzato a 100 metri sulla costa urtando una secca, viaggiavano forse 200 persone. Ne hanno salvate ottanta e per ora nessuno conosce l’entità dei dispersi. C’erano pakistani, iraniani, turchi, afghani. Creature spinte a cercare un domani da guerre, povertà, vessazioni, e al solito cadute nelle mani dei mercanti di uomini e delle loro false promesse. Quella nave era un catorcio. Il mare grosso, il vento di scirocco e l’instabilità dello scafo hanno fatto il resto. Ed è bastato un banco di sabbia per distruggerlo. Il legno è lì, sulla spiaggia, a testimoniare crudeltà e follia. E così si accende il solito cerimoniale delle dichiarazioni politiche. Sempre uguali a se stesse. Ma c’è un monito forte, che si leva in questo chiacchiericcio. Quello del presidente Mattarella: «Ora l’Europa deve assumersi in concreto la responsabilità di governare il fenomeno migratorio per sottrarlo ai trafficanti di esseri umani». E, per una volta almeno, dall’Europa una risposta arriva. Con la promessa di nuove regole per governare il Mediterraneo. Speriamo non siano solo parole. beppe.fossati@cronacaqui.it
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