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Mercanti di morte traditi dai bonifici

naufragio migranti cutro
C’è un sottile filo rosso che collega la strage di migranti a Cutro con Torino e va ad intrecciarsi con Greenford, popoloso sobborgo di Londra. Perché è da qui che sono partiti due bonifici ai mercanti di uomini che governano questo orribile business fatto di ricatti, estorsioni, violenze e purtroppo di morte. I mammasantissima di una mafia perversa che comanda gli scafisti a cui affida bagnarole pronte per essere demolite e le riempie fino a forzarne la linea di galleggiamento. Come è accaduto al veliero che si è fracassato su una secca a poche centinaia di metri dalla spiaggia calabra e ha disseminato il mare in tempesta di cadaveri. L’ultima strage, ma solo in ordine di tempo, di una strategia criminale che governa tutti i tratti di mare utili al trasporto di fuggiaschi e di clandestini. Dalla Libia, dalla Tunisia e anche dalla Turchia costeggiando le isole greche fino alle coste italiane. Due bonifici che rappresentano l’ultima gabella del trafficante “per pagare il cibo” ad un ragazzino di 15 anni che avrebbe dovuto raggiungere uno zio proprio a Torino dopo un viaggio infinito cominciato in Pakistan e finito su quella barca maledetta. Seguendo le tracce dei soldi adesso comincia la caccia. Ci sono già dei nomi, ci sono i conti bancari e soprattutto c’è una traccia concreta che porta a chi ha incassato ben 9mila euro per l’ultimo viaggio di quel ragazzo sfortunato e avrebbe voluto un saldo di altri 5mila dopo lo sbarco. Moltiplicando questa cifra per il numero di persone imbarcate sulla nave della morte, fa capire l’entità di questo affare dove la vita si vende a peso ad ogni viaggio. Un enorme tesoro per queste organizzazioni criminali che vanno eliminate non solo arrestando gli scafisti, ma tagliando la testa alla piovra con un’azione combinata tra le polizie del Mediterraneo e con il beneplacito della pigrissima Europa. beppe.fossati@cronacaqui.it
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