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Colpo di spugna sul Covid? Ovvio

Colpo di spugna sul Covid? Ovvio

Foto d'archivio (Depositphotos)

Bugie e verità, sofferenze personali, dolore per i parenti morti, responsabilità dei medici e di chi avrebbe dovuto organizzare l’emergenza. Il Covid è tutto questo e altro ancora. Compreso quel “piano pandemico” che non era stato aggiornato e giaceva, polveroso, in qualche cassetto. Ma non aspettatevi processi, imputati eccellenti, condanne. Il Covid va in archivio, anche per le procure e per i tribunali. Nessun colpevole, in parole povere, almeno a Torino mentre Bergamo che ha pagato il prezzo più alto al virus maledetto, ha deciso di non fermarsi chiedendo l’incriminazione di politici e consulenti. Da Conte, allora premier al ministro Speranza per scendere, scalino dopo scalino, fino a chi indossava i camici bianchi nei reparti. Una scelta tutta mediatica quella del procuratore bergamasco che non ha nascosto di averla fatta affinché “la gente potesse conoscere la verità”. Tutto qui? Probabilmente sì perché il reato penale di fatto è stato cancellato dalla politica con un articoletto aggiunto ad un maxi decreto che ha sortito l’effetto di un salvacondotto generale. E la ratio è che nessuno conosceva quel virus, che non esistevano cure specifiche e neppure i mezzi per proteggersi. A cominciare proprio da chi era in prima linea. Insomma un colpo di spugna che obbliga i magistrati ad archiviare milioni di pagine di inchieste, consulenze e testimonianze di “persone informate sui fatti”. Una doppia beffa: quella del cuore e quella delle tasche, visto che le indagini sono costate milioni per poi arrivare a dirci che contro il destino è inutile combattere. E forse è meglio così perché alla fine, come usa da noi, avrebbero pagato solo e fanti e non i generali. Di certo non i ministri. beppe.fossati@cronacaqui.it
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