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IL BORGHESE
10 Maggio 2023 - 06:30
La protesta di ieri potrebbe essere solo la prima: «Siamo pronti allo sciopero»
Ci sono storie che non vorremmo scrivere. Storie che sommano l’indifferenza politica alla burocrazia pigra e incapace di tutelare i diritti dei cittadini. Una consuetudine, dirà qualcuno ma quando ne va di mezzo la garanzia della giustizia con tutte le sue storture, le sofferenze, la perdita della libertà anche in caso di innocenza e le famiglie distrutte quando i criminali veri la fanno franca, con il salvagente di un cavillo, allora la misura si colma.
E la fiducia verso lo Stato viene meno. L’esempio più drammatico ci viene da Ivrea, altra capitale dell’indusria dimezzata e poi azzerata nel proprio ingegno, ove i sindacati scendono in piazza come si faceva una volta ai cancelli della Fiat per denunciare che qui «amministrare la giustizia non è più possibile» perchè i fascicoli pendenti sono 19mila, circa 2.600 per ogni magistrato.
Cifre che si commentano da sole e che lo stesso procuratore capo Gabriella Viglione ha illustrato al ministro Nordio con quella che ha definito «l’ulima disperata segnalazione». Semmai si potesse fare un processo alla politica, nel faldone ci sarebbe scritto in bella calligrafia «Nordio più quattro».
Tanti sono i ministri che del grido di aiuto di questa procura se ne sono ampiamente infischiati. Così, tra silenzi e promesse solo sussurrate e mai mantenute siamo arrivati, per dirla come la Viglione «a un contesto che avvilisce chi vi lavora, ma soprattutto rappresenta plasticamebnte l’inefficacia della giustizia: ormai nel nostro circondario i cittadini hanno decisamente poche possibilità di ottenerla. Sono cittadini di serie B». Se un magistrato arriva a tanto c’è poco da aggiungere. la giustizia, quella degli ermellini e quella che si pratica in qualunque aula di tribunale, se c’è ora batta un colpo.
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