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IL BORGHESE

Se ti fai male il pollo sei tu

Leggi li commento di Stefano Tamagnone

Se ti fai male il pollo sei tu

Se ti fai male il pollo sei tu

Polsi rotti e caviglie slogate. Femori spezzati, cerchioni distrutti e scooter da buttare. C’è tutto questo, e molto di più, nella casistica dei danni da scarsa manutenzione. E sono parecchi i torinesi che, lamentando di averli subiti per colpa delle voragini che costellano le nostre strade, chiedono un risarcimento a Palazzo Civico “colpevole” - sostengono loro - di non aver provveduto alla manutenzione.

Diffide, citazioni e cause in tribunale, però, rischiano di diventare la classica (e costosa) beffa che si aggiunge ai danni subiti. Perché i giudici, in questo campo, sono inflessibili. Non con chi dovrebbe eliminare le trappole che insidiano la vita di pedoni, centauri e automobilisti. Ma con le vittime. Che se hanno infilato il piede o il pneumatico in una buca nell’asfalto, non è per colpa di chi non l’ha tappata.

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Ma a causa loro, che erano troppo distratti. E si potrebbe citare una lunga giurisprudenza, riportare estratti delle sentenze che confermano questa linea da diversi anni. Tutte nate da storie diverse, con il racconto redatto da un avvocato di piccoli, ma talvolta enormi, drammi umani che in comune hanno un amaro finale. Sintetizzabile in un principio che non avrà l’eleganza di una massima di quelle che piacciono ai giuristi, ma rende bene l’idea: “Se ti fai male, il pollo sei tu”. A meno che non si riescano a dimostrare due requisiti che le toghe considerano fondamentali per ravvisare la responsabilità degli amministratori. Ossia l’insidia.

E il trabocchetto. Come dire: se la buca era lì, ben visibile, e non l’hai evitata, è colpa tua. E puoi metterti il cuore in pace, perché nessuno pagherà.

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