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IL BORGHESE

Nella Valle Argentera devastata dalle frane 184 turisti miracolati

Grandiosa operazione di salvataggio nel paradiso degli escursionisti

frane valle argentera

Una delle frane cadute in Valle Argentera

Guardi la montagna, lacerata dalle frane come dagli artigli di una bestia immensa, e ti viene in mente una sola parola: miracolo. Perché se ieri non si sono contati feriti e morti in Valle Argentera, un angolo di paradiso naturale ben conosciuto dagli escursionisti di tutta Europa, può essere solo per un miracolo. Incrociando le dita, ovviamente, perché il bilancio sarà definitivo solo tra qualche giorno, quando i soccorritori riusciranno a liberare la strada che corre lungo i 16 chilometri di lunghezza della valle.

Tutto è cominciato intorno alle 18 di giovedì, quando sulla Valle si è scatenata una bomba d’acqua che nessun sistema di allerta aveva previsto: 60 millimetri di acqua e grandine in meno di due ore. E mentre scattava di nuovo l’allarme a Bardonecchia per l’esondazione di un rio al Melezet e a Cesana un rifugio restava isolato per una frana, il vero disastro questa volta si consumava in Valle Argentera, territorio del piccolo comune di Sauze di Cesana, meta ogni estate di migliaia e migliaia di escursionisti. L’altra notte, 184 di loro erano accampati nella Valle, alcuni nelle aree attrezzate, altri dove non si potrebbe. Tutti o quasi, si erano avventurati sulla strada sterrata che corre lungo il torrente Ripa in auto o con il camper, alcuni superando il ponte Vallonetto, cancellato dalla furia dell’acqua. Poi dal Gran Roc e dalla Cima Pelvo sono scesi massi, alberi e fango.

«Abbiamo sentito il rumore della prima frana che ha distrutto il ponte, poi un’altra - racconta Cristiano, tedesco che parla in perfetto italiano -. E abbiamo capito che sarebbe stato impossibile lasciare la Valle con la nostra auto». «Noi eravamo appena arrivati - dice Filippo, tenendo sulle spalle il piccolo Gabriele - quando ci siamo accorti che un pezzo di strada era franato ci siamo messi in salvo salendo in cima al monte». «Noi eravamo in camper in un’area a campeggio libero. In un attimo è cambiato il tempo e per 40 minuti è venuta giù la grandine: il rumore era talmente forte che non abbiamo neanche sentito quello della frana - racconta Filippo, tratto in salvo insieme alla moglie Patrizia ai due cani Ugo e Giosy -. Delle ragazze hanno provato ad andare via in fuoristrada ma non ci sono riuscite neanche loro, c’erano due frane e il ponte non c’era già più». Le frane in realtà sono talmente tante che è persino difficile contarle: «Ci sono 10 chilometri di frane - spiega il sindaco Maurizio Beria d’Argentina - una cosa simile non si era mai verificata».

L’operazione di soccorso che si è messa in moto all’alba è una di quelle che da queste parti si sono viste poche volte. I vigili del fuoco hanno schierato, oltre a numerose squadre, mezzi anfibi cingolati e due elicotteri Drago, cui si sono uniti uomini della Guardia di finanza, del Soccorso alpino, dei carabinieri, della polizia locale e del 118. In municipio è stato aperto il Centro operativo comunale della protezione civile che ha coordinato una macchina dei soccorsi perfetta e ammirevole in cui le “star” sono stati gli elicotteri Drago che per ore e ore hanno fatto la spola lungo la valle trasportando intere famiglie, tanti bambini che hanno vissuto l’operazione come un’avventura e anche un grande numero di animali, cani e persino un gatto, Tigro, che sono stati l’unico bene che gli escursionisti hanno potuto portare con se. Al campo base, allestito nel parcheggio dell’area paintball alle porte di Sauze, si parlava italiano, francese, tedesco per spiegare agli sfollati come tornare a casa (molti sono stati accompagnati alla stazione di Oulx, altri hanno preferito fermarsi in albergo, un gruppetto è stato accolto in una struttura del Comune di Cesana) e recuperare le proprie automobili e tende, Quando? «Difficile dirlo - allarga le braccia il sindaco, accorso sul posto con il consigliere Alessandro Battaglino - temo che ci vorranno molti giorni». Alcuni escursionisti, nella notte, sono stati soccorsi e accolti da un agriturismo e da margari e pastori che in estate vivono in valle. «Alcuni di loro ora però non vogliono andare via - spiega il sindaco - adesso in effetti sono al sicuro ma le previsioni meteo per domenica e lunedì sono pessime».

Per un bilancio dei danni è presto: «Di sicuro - conclude il primo cittadino - la stagione estiva per la Valle Argentera finisce qui: resterà chiusa per molto tempo. In passato, alcuni avevano polemizzato perché avevamo imposto un ticket d’ingresso da 5 euro. Ecco, queste persone sappiano che quegli euro saranno una goccia nel mare dei conti da saldare per poter riaprire in sicurezza la Valle».

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