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IL BORGHESE
03 Settembre 2023 - 06:40
Una vita vale solo quattromila euro
I ministri sfilano a Brandizzo, come i registi e gli attori sul red carpet della Mostra del Cinema di Venezia dove a rappresentare il governo c’è Matteo Salvini. Depongono mazzi di fiori a pochi passi dai binari ricoperti di calce per celare il sangue delle cinque vittime del treno. E ripetono il mantra del cordoglio, della vicinanza e delle promesse. «Sulla sicurezza faremo di più», è la frase più ricorrente. E allora si cominci almeno a fare qualcosa per chi è rimasto. Perchè alle famiglie che perdono un pezzo del loro cuore, alle mogli, ai figli e alle fidanzate che non possono più contare su un compagno di vita, serve un sostegno tangibile. Per essere più chiari un indennizzo immediato, soldi per pagare l’affitto, fare la spesa, mandare i ragazzi a scuola. O prendersi cura dei genitori anziani. Ma qui di immediato non c’è nulla. Serve la domandina, come in galera, per ricevere l’elemosina di Stato fissata da una tabella dell’Inail che dà un valore alle vite secondo un punteggio che varia dall’età al titolo di studio, dal numero dei figli fino allo stato di salute. Prima solo un assegnino dai 4mila ai 14 mila euro a secondo del numero dei famigliari. Il resto si vedrà.
Come testimoniamo 450 casi già denunciati all’Inail nei primi sei mesi di quest’anno. Ma se volete sapere quanto vale una delle vite dei cinque operai straziati dal treno sui binari della stazione di Brandizzo, non troverete delle risposte. Troppo complicata la burocrazia, troppo lunghi i tempi di assegnazione del risarcimento. Se non bastasse tutto questo c’è poi la politica che ora depone i fiori e corre a rimettere un po’ di soldi nel “Fondo di sostegno per le famiglie delle vittime di gravi infortuni” decurtato da 10 a 5 milioni per esigenze di bilancio. Farlo subito sarebbe un segno di rispetto, ma prima occorre fare il decreto, come ha detto poco fa la ministra Marina Calderone. Non resta che aspettare. Come sempre.
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