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Dopo le rivelazioni di Corona
14 Ottobre 2023 - 06:00
Fabrizio Corona, l’ex re dei paparazzi, si sente investito dalla missione di «rivelare tutte le storture che si nascondono nel mondo del pallone». Ma chi è la sua talpa? E quali interessi nasconde? Le informazioni, dice Corona, «mi arrivano da una persona ben introdotta nel mondo del calcio e fanno parte di un dossier che è stato raccolto nel tempo». Una fonte romana, dicono negli ambienti giudiziari torinesi. E che usa, dice il sito Dillingernews.it di Corona, «il metodo Amadeus, un nome alla volta». Ieri, per esempio, ha rivelato quello di Nicola Zalewski, giovanissimo italo-polacco della Roma. Ma non è finita qui, perché Corona continua a dire che ha «almeno altri 50 nomi da fare». Lo scandalo è solo all’inizio, dunque. «Verrà giù tutto» garantisce l’ex re dei paparazzi.
Dopo il bianconero Fagioli, e il blitz della polizia a Coverciano per consegnare l’avviso di garanzia a Tonioli e Zaniolo - l’accusa è esercizio abusivo di attività di gioco o di scommessa -, adesso si sa che ci sarebbero una decina di persone coinvolte nell’indagine della Procura di Torino. La procura ha iniziato l’indagine sulle piattaforme di scommesse illegali nel 2022 - e i nomi erano già noti, viene specificato, mentre il primo scoop di Corona è di quest’anno -, ma adesso vuole chiarire se qualche tesserato ha scommesso anche su partite della propria squadra. «Ho scommesso su partite di calcio, ma non della Juve» ha detto Fagioli, già sentito anche dalla Figc. Tonali avrebbe ammesso puntate, ma solo su blackjack e poker. Secondo Corona, invece Zaniolo avrebbe scommesso mentre era in panchina per una partita di Coppa Italia con la sua squadra dell’epoca, la Roma. E peraltro la fonte dell’ex paparazzo avrebbe coinvolto anche la mamma del calciatore ex romanista: Francesca Costa, «che curava i suoi affari ed era a conoscenza di tutto».
I nomi degli altri giocatori sono stati ricavati dalle chat nel telefonino di Fagioli, che lui stesso ha consegnato agli inquirenti. Ma nell’inchiesta ci sarebbero anche presidenti di società calcistiche, di cui uno del sud. Quanto a chi siano, nella giornata di ieri circolavano nelle chat dei giornalisti e dei tifosi diversi elenchi - tutti diversi - con alcuni nomi ricorrenti, che coinvolgono ancora la Juventus e la Roma, ma anche Inter, Milan, Sassuolo, persino la Cremonese.
L’indagine parte da un’agenzia di scommesse legali, a Torino, ma questo non deve ingannare: spesso nelle agenzie ci sono computer collegati a piattaforme “parallele” dove vengono movimentate somme di denaro che servono a gruppi criminali per il riciclaggio. Esattamente quello che sarebbe accaduto qui. Da capire, però, chi sia il contatto che avrebbe portato Fagioli e gli altri a scommettere anche somme elevate. Per uno dei calciatori coinvolti si parla di una esposizione per un milione di euro. «Io so a chi deve i soldi Fagioli, 70mila euro» dice la fonte anonima di Corona. «La malavita serba?» risponde lui. «No, no, ti assicuro che qui a Roma non solo i malavitosi hanno il banco, perché io ho saputo tramite delle amicizie con certezza che un cantante o un dj ha un banco molto importante a Roma» insiste la “talpa”.
Ma cosa rischiano i calciatori? In base all’articolo 720 del Codice Penale chi partecipa al gioco d’azzardo rischia un arresto fino a sei mesi e un’ammenda di 516 euro. Il vero problema è quello con la giustizia sportiva. In base all’articolo 24 del Codice di Giustizia Sportiva i tesserati non possono scommettere sugli incontri di Figc, Uefa e Fifa. Lo stesso articolo al comma 3 parla di tre anni di squalifica. Le società non rischiano nulla se non in caso di illecito sportivo. Corona, però, irrefrenabile, accusa la Juventus di «omessa denuncia», prontamente smentito dalla società bianconera che a mezzo di una nota spiega di aver subito contattato gli organi federali, avuta notizia del coinvolgimento di Fagioli.
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