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IL BORGHESE

Il tradimento olimpico

Leggi il commento del direttore Beppe Fossati

Il tradimento olimpico

Il tradimento olimpico

Come raccontare la brutta telenovela politica sulle Olimpiadi del 2026, alla luce dell’ultimo schiaffo che il presidente del Coni Giovanni Malagò ha inferto a Torino e al Piemonte, decidendo addirittura di finanziare con i soldi nostri un impianto di bob nella dorata e già ricchissima Saint Moritz? Agatha Christie forse partirebbe dal colpevole di tutta questa vicenda.

Allora lo facciamo anche noi: ricordando che nel 2018 galeotto fu il rifiuto a Cinque Stelle firmato dall’allora maggioranza in Comune a guida Chiara Appendino, con il tacito assenso della Regione capeggiata da Sergio Chiamparino. Un “niet” che ci ha fatti uscire dal palcoscenico internazionale e non solo ha dato vita al tandem Milano-Cortina. Ma ora ci priva persino delle briciole. Salta l’occasione più ghiotta, quella di ridare vita all’impianto di Cesana che pure ci portò l’oro nel 2006 e successivamente nel campionati del 2011 e 2012.

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Poteva essere un’occasione importante per il Piemonte e ci abbiamo sperato. Fino a ieri quando ci siamo resi conto che i giochi erano fatti da tempo, nonostante le promesse (false) di ministri e potentati vari. Diciamolo, siamo stati traditi. Come piemontesi, ma anche come italiani perché è la prima volta che un Paese che ospita le Olimpiadi sposta una disciplina fuori dai propri confini. Una sconfitta anche politica, oltre che organizzativa. Non è servita la concordia istituzionale tra Cirio presidente e Lo Russo sindaco, né il sostegno delle valli e della maggioranza dei piemontesi. Ciò che fa dire oggi al governatore che “non è tutto finito” e che “l’impianto di Cesana rimane sul tavolo”.

Ma come ipotizzare un lieto fine? Ci vorrebbe un colpo di scena o una levata d’orgoglio nazionale che spazzi via questa scelta insensata di investire i risparmi dei contribuenti all’estero, lasciando marcire un pezzo della nostra storia sportiva.

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